Dieci negozi su cento nelle mani del racket
Dieci negozi su cento nelle mani del racket Sorpresa nel rapporto Censis ma il capo della Mobile smentisce la vastità del fenomeno «Non ci risulta» Dieci negozi su cento nelle mani del racket La criminalità a Torino nel '90 è aumentata su tutti i fronti Sorpresa: a Torino il racket esiste. Lo dice il Censis nersuo rapporto-fotografia sulla criminalità nel 1990, anno che ha visto in Piemonte un vertiginoso aumento di quasi tutti i tipi di reato, dai furti alle rapine, dal contrabbando allo spaccio di stupefacenti. Secondo i ricercatori del centro studi, che al racket in regione dedicano un capitoletto di mezza pagina, «il fenomeno sembra limitato quasi esclusivamente alla città e al suo hinterland». Gestito «da piccole bande di malviventi più che da grosse organizzazioni criminali», minaccerebbe circa l'8-10 per cento dei 41.782 operatori, in tutto 3600 persone. Di queste, la metà (1880) pagherebbe «effettivamente una qualche forma di tangente». E' vero? E' falso? Nonostante l'attendibilità della fonte, discordi sono le valutazione delle associazioni di categoria e delle forze di polizia su questo capitolo del documento. E' vero secondo i dirigenti della Confesercenti. Franco Alluto, membro della giunta e promotore dell'iniziativa «Sos impresa», dice che in città si stanno consolidando forme di racket anomale, ma pur sempre racket, che si teme possano sfociare in fatti più gravi: «Prestiti, false assicurazioni, abbonamenti a servizi inesistenti, senza contare le estorsioni occasionali, legate alla microcriminalità». E ancora: «Abbiamo dato vita a "Sos impresa" per un atto di prevenzione: guai se la grossa criminalità organizzata decidesse di "investire" in questo settore». E' falso secondo la questura: «Quasi duemila taglieggiati? Non ci risulta questo tipo di volume d'affari» dice Aldo Faraoni, capo della squadra mobile torinese. Aggiunge Francesco De Cicco, il funzionario dell'antiracket: «Sulla base delle denunce sporte, delle notizie che acquisiamo attraverso i nostri canali e delle stesse notizie che forniscono le associazione dei commercianti, possiamo affermare che il fenomeno è contenuto: si tratta, nella maggior parte dei casi, di episodi di malavita comune tipica di ogni grosso centro urbano». Racket a parte, è certo che il 1990 è stato un anno nero per il Piemonte. La regione è balzata al terzo posto in Italia per numero di delitti collegati alla dro ga: i reati commessi in questo campo sono stati 3409, il 315 per cento il più rispetto a sei an¬ ni fa: nel 1985, le denunce erano state «soltanto» 820. Ma l'incremento percentuale più forte si registra nel contrabbando: più 350 per cento in sei anni, anche se il numero delle denunce (644) non sembra coincidere con l'effettiva diffusione del fenomeno, soprattutto a Torino. Nel 1990 sono state presentate alle forze di polizia 138.810 denunce per furto: erano state poco più di 80 mila nell'85. Di queste denunce, 23.449 si riferiscono a auto, e 21.054 a appartamenti visitati dai ladri. I quali ladri hanno vissuto una stagione d'oro in tutti i sensi: le persone denunciate per furto sono state appena 9577, una ogni 14 colpi messi a segno. Non solo: l'aumento in percentuale delle denunce rispetto al 1985 è solo del 16,4 per cento, contro il 76 per cento in più di reati sull'85. L'unico aumento contenuto riguarda le rapine. Sono state 2390 in Piemonte nel 1990, con un aumento percentuale sull'85 del 12,4 per cento, inferiore a quello (24 per cento in più) relativo alle persone arrestate per quel reato: 695 contro le 559 di sei anni fa. [g. a. p.j LA CRIMINALITÀ1 IN PIEMONTE 1985 1990 ESTORSIONI TORINO E CINTURA COMMERCIANTI MINACCIATI PAGANO ALBERGHI, "IL PIZZO" ES. PUBBLICI 41.782 3760 1880 TOTALE FURTI DENUNCIATI ALL'AUTORITÀ' GIUDIZIARIA + 73% BORSEGGI E FURTI IN FURTI SCIPPI APPARTAMENTO D'AUTO DENUNCIATI DENUNCIATI DENUNCIATI ♦ 63,4% +61,1% +72,1% RAPINE DENUNCIATE ALLE FORZE DELL'ORDINE ♦ 12,4% TRUFFE DENUNCIATE ALL'AUTORITÀ' GIUDIZIARIA + 41% DELITTI RELATIVI ALLO SPACCIO DEGLI STUPEFACENTI +315.7% DELITTI DI CONTRABB. + 350%
Persone citate: Aldo Faraoni, Cintura, Francesco De Cicco, Franco Alluto
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