Quando il guard rail uccide di Gianni Bisio
Quando il guard rail uccide Il parere degli esperti dopo il caso della ragazza in auto uccisa da una sbarra d'acciaio sulla Savona-Torino Quando il guard rail uccide Meglio in metallo o in cemento? E'polemica L'insolito incidente dell'Epifania sul tratto terminale della Savona-Torino prima dello svincolo sulla tangenziale, in cui ha perso la vita un'estetista di 29 anni, riporta alla ribalta il problema dell'efficienza dei guard-rail. Questa volta l'auto, una Golf, in un tratto rettilineo e con visibilità buona, è sbandata ed è uscita di strada a pochi metri da un «guard rail» metallico posto fin dal 1970 a protezione di un cavalcavia. Nel tentativo disperato di rientrare in strada la vettura ha infilato la sbarra d'acciaio di protezione che è entrata nell'abitacolo dal parabrezza ed è fuoruscita dal finestrino posteriore destro uccidendo la ragazza che si trovava accanto alla guidatrice. Ci si chiede se l'incidente dell'Epifania, come quello della Salerno-Reggio Calabria poteva essere evitato in presenza di un diverso tipo di «guard rail», ad esempio la barriera di cemento sagomata alla base, chiamata New Jersey o con i fascioni in calcestruzzo. La risposta data dagli esperti è negativa. La direzione della Torino-Savona conferma che la protezione era del tipo omologato dal ministero, messa il loco fin dal '70 proprio per impedire alle auto in sbandata laterale di schiantarsi contro i pilastri del viadotto che si trova a poche decine di metri. L'ingegner Franco Givone, uno dei padri della tangenziale di Torino, strada sulla quale sono state sperimentate varie tecnologie protettive afferma che «è impossibile progettare la sicurezza assoluta» e ricorda che il dibattito tra guard rail in cemento e guard rail in metallo è sempre aperto: «Ciascuno ha pregi e difetti, ma soprattutto per le protezioni laterali, non per lo spartitraffico centrale, sono la velocità e l'angolo di impatto a giocare il ruolo dominante sull'esito dell'incidente». La «cuspide» della barriera che si è infilata nella Golf della sfortunata estetista era, come dice la legge, rivolta verso l'esterno, accorgimento applicato proprio per impedire 1'«aggancio» dell'auto in caso di strisciata. Ma anche se la testata del fascione metallico fosse stata rivolta verso terra (come accade talvolta) il rischio sarebbe stato quello del ribaltamento. Dice l'ing. Sergio Nicola, della Provincia di Torino: «La tendenza è a usare barriere metalliche a onda doppia sui cigli esterni e protezioni tipo New Jersey, in cemento, per dividere le corsie di marcia. Soprattutto sulle arterie percorse da autocarri si cerca di porre grosse barriere protettive in quanto i guard-rail metallici potrebbero indurre al ribaltamento». Gianni Bisio La Golf dopo l'incidente sulla To-Sv nel quale ha perso la vita una ragazza
Persone citate: Franco Givone, Sergio Nicola
Luoghi citati: New Jersey, Reggio Calabria, Salerno, Savona, Torino
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