Pellegrini pensa di cambiare anche Orrico di Fabio Vergnano

«Toro pronto per volare» Mondonico domani rinnova il contratto e guarda avanti «Toro pronto per volare» Si punta su Aguilera, Fuser e Sergio TORINO. E' un Mondonico rilassato, tranquillo come uno che ha appena messo in cassaforte il biglietto con il primo premio della lotteria. Il suo personalissimo montepremi è costituito da un contratto biennale che gli frutterà circa un miliardo e mezzo netto. Poco rispetto ai cinque miliardi pronta cassa elargiti dalla Carrà, ma il Mondo si accontenta. Domani l'accordo ufficiale con il presidente Borsano e con il dg Moggi, poi insieme daranno corpo alle prime strategie per cercare di riportare il Toro in pianta stabile nei quartieri alti del campionato. Ieri, mentre la squadra sgobbava sui saliscendi del parco della Mandria, il tecnico ha parlato del Torino futuribile con il tono di chi sa di poter continuare a lavorare in santa pace. Primo assaggio del Mondonico pensiero: «Siamo al dunque. Adesso dobbiamo trovare quel quid che ci consenta di passare da una posizione di aspirante grande a quella di squadra competitiva. Ed è il passo più difficile». Mondonico non indica attraverso quali innesti chiave si possa arrivare alla meta agognata, anche perché non può e non vuole scaricare nessuno dei giocatori attuali. Ma si sa che Aguilera, Fuser e Sergio sono in testa alla hit parade delle preferenze granata. Aggiunge: «Sappiamo di avere un gruppo di grande valore, che ha saputo superare ogni genere di difficoltà. Ora a questi giocatori chiedo di compiere un salto di qualità, quel passo in avanti tanto atteso che ci permetterebbe di completare il programma stilato quando sono arrivato al Toro. In giro non ci sono molti giocatori decisivi, stranieri compresi». Entra quindi in ballo il discorso delle alternative, di quegli uomini che servono a completare l'organico. Ancora Mondonico: «Io e Moggi vediamo il Toro del futuro allo stesso modo, quindi sul mercato il dg opererà nella direzione che gli indicherò. Il programma è quello di puntare sui giocatori attuali che vedo in crescita costante, cercando di acquistare elementi di contorno. La squadra oggi ha un valore che oscilla tra i 36 ed i 44 punti finali. Se tutto andrà bene questo significherà arrivare all'Uefa. Ma a noi non può bastare. E attraverso la maturazione dei singoli contiamo di arrivare alla vittoria, intesa come scudetto, nel minor tempo possibile». Ma Mondonico non è un sognatore. Sa benissimo qual è la realtà del calcio italiano: «Oggi vincere il campionato è più difficile che mai. Ogni anno le squadre si rinnovano, nessuno si accontenta più di vivacchiare nelle posizioni di vertice senza puntare al massimo. Se va male una volta, la volta dopo si riparte con più rabbia ancora. Il caso della Juventus mi pare esemplare». Le difficoltà non mancano, ma Mondonico sembra avere dentro la carica giusta per provarci. Anche perché sente attorno l'atmosfera ideale per lavorare in tranquillità. Ricorda: «L'anno scorso la società non era tranquilla. Il passaggio da Casasco a Moggi creò qualche disagio. Oggi c'è maggior continuità, gli interlocutori sono sempre gli stessi». Tutto chiarito anche con i tifosi: «Fra me e loro non c'è un rapporto ambiguo. Forse c'è stata qualche frizione in passato. Ma mi pare abbiano capito. Si è passati dal coro "Emiliano portaci in Europa" al puro e semplice "Emiliano". Per me significa molto». Oggi la firma, domenica l'Atalanta. Emozioni a getto continuo. Mondonico si schermisce: «La firma non è un evento particolare, ma un fatto scontato. Non mi sono mai visto distante dal Toro, perché conoscevo le intenzioni del presidente. Meno scontata la nostra vittoria con l'Atalanta, squad-a che ha fatto più progressi di noi, anche se in due anni il mio Toro ha fatto davvero passi da gigante». Fabio Vergnano

Luoghi citati: Casasco, Europa, Torino