Necessario svalutare la sterlina di Paolo Patruno

Necessario svalutare la sterlina La Thatcher Necessario svalutare la sterlina LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La sterlina è debole, anche ieri è risultata in flessione sui mercati internazionali mentre si moltiplicano le voci che reclamano una svalutazione o più pudicamente un «riallineamento» all'interno dello Sme. A dar fiato a questa corrente hanno dato ieri un massiccio contributo i «consiglieri» economici della signora Thatcher che in una lettera aperta al Times hanno detto chiaro e forte quanto l'ex primo ministro dice sottovoce in privato. In sintesi, la tesi espressa dai professori Alan Walters, Patrick Minford e dai loro colleghi del centro di ricerche macroeconomiche di Liverpool è che il governo Major sta sbagliando pericolosamente a non abbassare d'urgenza i tassi d'interesse per rilanciare l'economia britannica come sta facendo Bush in America. Gli studiosi ultra-liberisti identificano nell'appartenenza della sterlina al sistema monetario europeo il maggior ostacolo a questa politica di ribasso dei tassi. E ritengono che Major e il suo Cancelliere dello Scacchiere Norman Lamont commettano un grosso errore a vagheggiare a lungo termine l'ambizioso obiettivo di una moneta unica europea permettendo nel frattempo che «altri ci infliggano una terribile recessione», innescata appunto, a loro parere, dal legame della sterlina alle altre valute dello Sme. La tesi attribuita invece dal «Guardian» alla signora Thatcher non arriva all'estremo di un'uscita della sterlina dal sistema monetario europeo. Ma in una serie di conversazioni private, l'ex premier avrebbe espresso la necessità assoluta per il governo Major di procedere rapidamente a un riallineamento nello Sme per mitigare i riflessi che il legame con il super-marco fa pesare sull'economia britannica. La Thatcher si riallaccia alle precedenti manovre di riequilibrio della lira e del franco all'interno dello Sme durante gli Anni Ottanta per spingere il governo Major a fare altrettanto allo scopo di rilanciare l'economia alla vigilia delle incertissime elezioni che si terranno entro l'estate. La stessa posizione è stata assunta negli ultimi giorni anche dai «monetaristi» del Cambridge Economie Policy Group i quali sostengono, come il Times, che la sterlina è entrata nello Sme a un livello troppo alto. E la sua difesa a oltranza, malgrado fluttui all'interno della fascia più larga, costerà al Paese una perdurante recessione e un ulteriore aggravamento della disoccupazione che già colpisce più di due milioni e mezzo di persone. Ma il premier Major, il Cancelliere Lamont e il governatore della Banca d'Inghilterra hanno energicamente smentito l'ipotesi di una svalutazione, perché sarebbe vista all'interno e all'estero come il segno di un clamoroso fallimento della condotta economica da parte del governo. Sotto accusa per aver sbagliato le previsioni sulla ripresa economica, il governo sta adesso mutando obiettivo: promette cautamente sgravi fiscali ai prossimi elettori mentre agita lo spauracchio dei costi economici del programma lanciato dai laboristi. Paolo Patruno

Persone citate: Alan Walters, Bush, Norman Lamont, Patrick Minford, Thatcher

Luoghi citati: America, Cambridge Economie Policy Group, Liverpool, Londra