Addio ai tre bambini, poi la rivolta di Fulvio Milone

Addio ai tre bambini, poi la rivolta Napoli, rabbia ai funerali dei piccoli bruciati nella roulotte: l'amministratore si barrica in chiesa Addio ai tre bambini, poi la rivolta La folla insulta e aggredisce il sindaco: «Assassino» NAPOLI. Dovrebbe essere il giorno del dolore e della preghiera, ma attorno a quelle tre bare bianche c'è posto solo per l'ira: quella di almeno tremila cittadini di Bacoli in rivolta durante i funerali di Salvatore, Carmela e Luigi Boccia, i bambini di uno, due e quattro anni arsi vivi nel rogo della roulotte in cui vivevano. Ce l'hanno con il sindaco del centro costiero a nord di Napoli, il de Ferdinando Ambrosino. Aggredito, insultato, il primo cittadino è sottratto a stento dalla polizia alla folla che grida: «Assassino», e portato in salvo nella chiesa di San Gennaro. Neanche il parroco riesce a calmare i fedeli che attendono in strada. La tensione sale alle stelle alla fine della messa: il sindaco, barricato in chiesa, deve chiedere ancora una volta aiuto agli uomini in divisa per raggiungere la «Croma» che parte sgommando sotto una pioggia di sassi. La rabbia cieca contro un rappresentante di quelle istituzioni che troppo a lungo hanno ignorato la miseria dei senzatetto costretti a vivere nelle roulottes è incontenibile. «Criminale continuano a urlare -. A quei bambini non hai mai fatto avere neanche una busta di latte, ma ora che sono morti ti sei presentato in chiesa piangendo». Sono in pochi a piangere com: mossi davanti alle bare bianche che alle dodici in punto vengono portate a spalla nella chiesetta stracolma. Fuori gli uomini mostrano i pugni, e si radunano sotto un lenzuolo srotolato dai senzatetto davanti a un cancello. «Torre di Cappella piange i suoi figli bruciati. Tutta l'area Flegrea è senza via di scampo: dove sono finiti i soldi per le case?», c'è scritto. Parole dure, accuse gravissime: la gente non può, non vuole capire come sia stato possibile che quattro famiglie, tra cui quella dei bimbi morti, siano state ridotte a vivere in condizioni inumane nella piccola roulottopoli. Non è disposta a dimenticare, né a liquidare la tragedia come il frutto di una torbida storia di violenze. Sa che i carabinieri hanno arrestato il padre, la nonna materna e una zia delle vittime, accusati di aver tenuto prigionieri nella roulotte i bambini e la loro madre, Enrichetta Bone. «E' vero: quel maledetto lucchetto chiuso al momento dell'incendio ha fatto perdere tempo ai soccorritori, che hanno potuto salvare solo la madre - grida un donnone con i capelli bianchi -. Ma Luigi, Salvatore e Carmela non sarebbero morti se avessero avuto una casa vera, se non fossero stati costretti a vivere come bestie in una trappola su cui pendevano i cavi dell'alta tensione». Sulle tre bare allineate davanti all'altare ci sono pochi fiori: tre cuscini di gigli intrecciati inviati dal Comune, qualche fascio di crisantemi deposto dal nonno dei bambini, Luigi Bone. Anche le autorità si contano sulle dita di una mano: due funzionari della prefettura di Napoli, un paio di parlamentari e il sostitu- to procuratore della Repubblica Nicola Miraglia, che indaga sul rogo della roulotte. Non un rappresentante dèi governo è arrivato da Roma. Se ne accorge anche Ignazio Imbò, vicario generale della diocesi di Pozzuoli, che si prepara a celebrare il rito funebre con il parroco Enrico Palumbo: «Non possiamo non denunciare certe assenze - ammonisce -. Questi bambini hanno conosciuto la morte in un contesto di privazione, ma non di solidarietà umana». Manca poco alla messa, quando dalla strada giunge un coro di grida rabbiose: «Vergogna, vergogna». E' la folla che, assiepata in via Torre di Cappella, ha scorto la «Croma» grigio chiaro del sindaco. E' il segnale della protesta, che rischia di degenerare in vera e propria rivolta quando Ferdinando Ambrosino tenta di raggiungere a piedi la chiesa, seguito dal suo vice, Salvatore libano, e da un gruppetto di assessori. La gente di Bacoli ce l'ha a morte con lui, soprattutto per ciò che il primo cittadino ha detto ai giornalisti tre giorni fa: «Non sapevo dell'esistenza di quelle roulotte». Ora sono tutti decisi a presentargli il conto: «Bugiardo - gridano -. Assassino, in chiesa devi andarci solo per confessare i tuoi peccati». Una donna gli si scaglia contro: «Neanche il latte hai dato ai nostri figli. Fai finta che non esistiamo. La prossima volta, piuttosto che votare, strappo la scheda». Ferdinando Ambrosino sta per essere sommerso dalla folla. I suoi tentano di ripararlo dagli spintoni, dagli sputi, dagli schiaffi, da chi gli ur¬ la: «E' troppo tardi, non hai il diritto di piangere i nostri morti». Il capo del commissariato di polizia di Pozzuoli, Michele Carlino, fa il possibile per riportare la calma. Finalmente gli agenti circondano il sindaco e riescono a farsi largo nella calca, portando in salvo Ambrosino nella chiesa. Ma neanche il parroco riesce a placare la rabbia dei senzatetto: allarga le braccia come per abbracciare la folla che gli sta davanti, poi congiunge le mani per implorare i più esasperati. Ha le lacrime agli occhi, mentre mormora: «Vi prego, preghiamo insieme per quelle tre anime innocenti». Manca poco alle 13, quando la messa finisce. Per quaranta minuti il vicario del vescovo di Pozzuoli e il parroco don Gennaro hanno pregato a voce alta, quasi gridando, per coprire il brusio che dalla strada giunge fino all'altare. Anche i fedeli hanno pregato, gli sguardi fissi sulle tre bare bianche e su Luigi Bone, il nonno dei bambini morti. L'uomo ha il capo chino: ogni tanto tenta di alzarsi, ma è come se le forze lo avessero abbandonato. «Mi sento male, devo andar via», dice, ma nessuno lo aiuta. Rimane solo nella chiesa, mentre le tre casse di legno bianco vengono portate in strada tra gli applausi. Ma la commozione cede ancora una volta il posto alla rabbia, quando il sindaco scortato dai carabinieri raggiunge l'auto che lo porta via, sotto un-lancio di sassi. Fulvio Milone Colpito da schiaffi pugni e sassi. Si è salvato grazie all'intervento degli agenti. «Sei un criminale invece di piangere dovevi intervenire» Una folla immensa al funerali dei tre bimbi morti tra le fiamme. Sopra polizia e carabinieri cercano di proteggere il sindaco Ambrosino

Luoghi citati: Bacoli, Napoli, Pozzuoli, Roma