In Croazia l'avanguardia Onu

In Croazia l'avanguardia Onu Dovranno preparare l'arrivo del contingente di pace, Parigi offre 3000 uomini In Croazia l'avanguardia Onu La tregua tiene, via ai primi 50 caschi blu ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Prima di decidere l'invio dei caschi blu in Croazia le Nazioni Unite manderanno un primo gruppo di cinquanta osservatori militari il cui compito sarà quello di garantire il cessate-ilfuoco. Lo ha annunciato ieri il nuovo segretario generale dell'Onu, Boutros Ghali, sottolineando che le forze di pace non possono partire per la Jugoslavia perché non sono ancora state assicurate tutte le condizioni necessarie per il loro intervento. Dopo la conferma definitiva del Consiglio di sicurezza, riunitosi stanotte a New York, i 50 ufficiali di collegamento dell'Onu potrebbero partire oggi stesso per l'Europa, insieme all'emissario speciale Cyrus Vance. Negli ambienti diplomatici il nuovo rinvio dell'arrivo dei caschi blu in Croazia, che molti davano per scontato entro il 15 gennaio, viene giudicato come un passo indietro nella soluzione della crisi jugoslava. Nella sua relazione Ghali esprime infatti parecchia preoccupazione, anche se vede una certa speranza nel fatto che sia la Croazia e la Serbia che l'Armata federale hanno accettato l'intervento dei caschi blu. Il Segretario generale dell'Onu nutre però dei sospetti riguardo alle «dichiarazioni degli ultimi giorni di alcuni leader della comu- nità serba in Croazia». Anche se non fa nomi, è evidente il riferimento a Milan Babic, il capo della Krajinar che rifiuta da sempre le truppe di pace dell'Onu. Anche se durante la sua ultima missione di pace Vance ha chiaramente fatto capire al presidente della Serbia, Milosev in, che lo ritiene responsabile del comportamento dei leader serbi in Croazia, Babic continua a fare di testa sua. La sua ultima mossa è un ul¬ timatum a tutti gli abitanti croati del comune di Knin, che costringe con la forza ad abbandonare le loro case. Per «facilitarne» l'esodo, le milizie serbe di Babic incendiano le loro case dopo averli sottoposti a torture di ogni genere. Poi, per cancellare ogni traccia della loro presenza in questi territori che vogliono strappare alla Croazia, danno fuoco ai documenti del catasto e dell'anagrafe. Una lista dettagliata di que¬ sti crimini è stata presentata nella lettera che il vicepremier croato Mato Granic ha mandato ieri al capo della missione degli osservatori Cee in Croazia. «L'intenzione dei dirigenti serbi di Knin è quella di provocare nuovi scontri nella regione per fermare l'arrivo dei caschi blu», scrive Granic chiedendo all'Europa di reagire immediatamente per impedire l'esodo dei croati da Knin. Malgrado le provocazioni sporadiche, l'ultima tregua continua intanto a reggere sulla gran parte dei fronti di battaglia della Croazia. Le violazioni più grosse sono avvenute nella zona di Nova Gradiska che le truppe federali cannoneggiano quasi ininterrottamente, e a Dubrovnik. I militari hanno riaperto il fuoco nei sobborghi della città dalmata. E' stata bersagliata anche una nave passeggerii che stava salpando in direzione dell'isola di Mljet. Le Forze croate, dicono a Zagabria, non hanno risposto alle raffiche di mitragliatrici forse collegate al festeggiamento del Natale ortodosso che cade oggi. Nella capitale croata il presidente Franjo Tudjman ha fatto gli auguri natalizi a tutti i cittadini di religione ortodossa. Confidando nell'imminente arrivo delle truppe di pace dell'Onu, Tudjman ha detto ai giornalisti che per la Croazia l'intervento dei caschi blu è una via per far cessare la guerra e le distruzioni, mentre per i suoi avversari, oltre alla conferma dell'impegno delle Nazioni Unite, offre una possibilità di ritirarsi onorevolmente dalla Croazia. Intanto il ministro della Difesa francese, Pierre Joxe, ha annunciato ieri che la Francia è disposta a mandare tre o quattromila uomini nelle truppe di pace in Croazia. Ingrid Badurina Un militare croato e uno serbo, sulla «terra di nessuno» presso Vinkovci, installano una linea telefonica comune [foto api