IL LENTO PASSO DELLA LEGGE

IL LENTO PASSO DELLA LEGGE IL LENTO PASSO DELLA LEGGE NON sono ancora sbiadite le immagini dell'ennesimo funerale di Stato, toccato questa volta al sovrintendente di polizia Salvatore Aversa e alla sua sventurata moglie, uccisi dalla mafia. Immagini, è doloroso doverlo ammettere, che ci hanno rimandato una chiara sensazione di «già visto». Come se fosse stato riproposto un copione scritto da tempo e «buono» per tutti gli omicidi eccellenti, abbiamo sentito autorevoli opinionisti sollevare pesanti interrogativi sull'efficacia con cui le istituzioni combattono, così .si dice, la criminalità organizzata nel nostro Paese. Il Presidente della Repubblica, in particolare, interpretando lo sdegno dell'intera collettività, ha rimarcato la necessità di affrontare in modo serio il problema, prima di dover cedere alla tentazione di ricorrere a leggi eccezionali. Eventualità già «bocciata» da più di un esponente delle istituzioni e della cultura e definita rimedio peggiore del male. Nel bozzetto di prammatica non sono mancate le diatribe tra politici locali e la «ferma e incrollabile decisione» di perseguire esecutori e mandanti della efferata esecuzione mafiosa, rivendica ta dalle autorità centrali. Tutto previsto, dunque. An che il fatto che tra pochi giorni nessuno si ricorderà più del so vrintendente Salvatore Aversa, come è già stato rimosso dalla memoria collettiva il nome d Antonino Scopelliti o di Rosario Livatino, giudici assassinati soltanto qualche mese fa, e nomi di tutti gli altri magistra ti e investigatori caduti, come si suole dire con pudica metafora, nell'adempimento del prò prio dovere. L'indignazione, così, cede Giovanni Falcone CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Antonino Scopelliti, Giovanni Falcone, Rosario Livatino, Salvatore Aversa