Il raid adesso affronta foreste e piste fangose

Il raid adesso affronta foreste e piste fangose PARIGI-CITTA' DEL CAPO Con Auriol e Peterhansel sempre al comando Il raid adesso affronta foreste e piste fangose YAOUNDE'. La Parigi-Città del Capo ha affrontato ieri la tappa Bouar-Yaoundé, portandosi dalla Repubblica Centroafricana al Canierun. Fra le moto c'è stato il successo di Orioli su Cagiva, ma Peterhansel, giunto undicesimo con un distacco contenuto (l'48"), è sempre leader della corsa. Nel settore auto la vittoria di tappa è andata a Waldegaard (Citroen), che ha staccato di 4'03" Vatanen. In classifica generale è sempre in testa Auriol (Mitsubishi). La frazione di ieri, che era stata cambiata e allungata rispetto alla prima versione del tracciato, comportava un lunghissimo trasferimento iniziale (ben 507 chilometri), seguito da una prova speciale abbastanza ridotta (la Mbet-Ayos di 121 km). Il percorso, molto sinuoso, ha portato i concorrenti ad addentrarsi per la prima volta nella foresta equatoriale. Il tracciato si è fatto quindi più umido e fangoso, reso anche più difficile dall'attraversamento di alcuni stretti ponti. Intanto, a cinque giorni dall'incidente che lo aveva costretto al ritiro per la frattura della clavicola destra, Alessandro De Petri, pilota del team Chesterfield-Yamaha, è rientrato in Italia e oggi si sottoporrà ad una radiografìa presso il Centro traumatologico Matteo Rota di Bergamo. «E' vero - ha dichiarato De Petri -, non volevo arrendermi, anche se sapevo che non avrei potuto terminare la gara. Mi ero preparato per otto mesi con grande meticolosità, e con me avevano lavorato anche tanti meccanici. Non mi sembrava giusto fermarmi. E poi questa corsa è la più pazza e affascinante del mondo. Saresti disposto a tutto pur di arrivare in fondo». Con il corridore della Yamaha sono tornati anche i piloti «privati» Piccinini, Pezzotta e Marmiroli. [p. e]

Luoghi citati: Bergamo, Città Del Capo, Italia, Parigi