Pista, Tomba: passa Bergamelli
Pista, Tomba: passa Bergamelli Due manches incredibili in gigante: era dall'86 che un altro italiano non vinceva in Coppa Pista, Tomba: passa Bergamelli L'azzurro, partito col n. 34, ha dato 2"22 allo svizzero Pieren Alberto, terzo a 2"76, sempre più leader nella classifica mondiale KRANJSKA GORA DAL NOSTRO INVIATO E' stata una giornata storica per lo sci azzurro, non per Tomba ma per lo sci azzurro, e la distinzione è doverosa perché erano più di cinque anni, vale a dire dal dicembre del 1986, che un italiano che non fosse Alberto non vinceva una gara di Coppa. Allora, nel gigante dell'Alta Badia, arrivò primo Richard Pramotton, che aveva ancora le gambe sane, davanti a Tomba e a Toetsch, tre azzurri sul podio, sembra un secolo fa. Poi ci fu l'esplosione del nostro, la Bomba, e per gli altri cominciò la stagione dei digiuni: per i figliocci poveri si aprì una sorta di puntigliosa scommessa su chi, oggi o domani, avrebbe costretto il campione bolognese ad occupare sul podio un posto più basso del suo. E' capitato ieri, sul ghiaccio verde di Kranjska Gora, ed è capitato in marnerà esplosiva, sorprendente, incredibile. Come ha detto Helmuth Schmalzl, il gran capo, persino inspiegabile dal punto di vista logico. Sergio Bergamelli, ventunenne bergamasco sconosciuto al grande pubblico dello sci, anche se con un buon passato da juniores, ha messo insieme due manche favolose, senza un'incertezza, senza un'errore, due manche disputate con la rabbia in corpo, sempre all'attacco a mordere i pali, e alla fine della giornata, lui che aveva il numero 34 di pettorale, si è trovato davanti a tutti, più veloce in entrambe le prove, primo, evviva, e con un tempo totale che in verità sembrava un errore del tabellone. Distacchi abissali. Lo svizzero Pieren, che pure è stato autore di una seconda discesa strepitosa, passando dal decimo al secondo posto, ha finito a 2"22 e Albertone Tomba è giunto terzo a 2"76, non aveva mai ricevuto una bastonata così forte, e da un italiano, pensate un po'. Girardelli ha beccato oltre 4" e tanto per dare un'idea dell'impresa di Bergamelli, del birichino ha detto ancora Schmalzl ridendo dei gentili difetti del ragazzo, per dare un'idea dell'impresa basti pensare che il distacco più alto affibbiato da Tomba ai suoi rivali in quattro anni di trionfi in gigante è stato di 1"93, Saas Fee 1988, secondo l'austriaco Mader, e che il record assoluto appartiene a quel mostro di Stenmark. Lo svedese nel 1979, a Jasna, mise ben 4"06 fra i suoi sci e quelli dello jugoslavo Krizaj. Non vogliamo certo sostenere che ieri, sul ripido pendio del monte Vitranc, in Slovenia, sia nata una nuova stella. Un nuovo Tomba, magari, un atleta capace di mandare in delirio le folle. Altre prove attendono il giovane eroe, altre montagne da scalare e da vincere. Però Sergio ha dimostrato di avere nelle gambe e nel cuore, se così possiamo esprimerci, le qualità per diventare un campione. Intanto, grazie ai distacchi ottenuti, che peraltro solo in parte sono il frutto della prudenza altrui, Sergio Bergamelli è passato dal 34° al terzo posto nelle classifiche Fis di gigante. Ciò significa che ad Adelboden, nel prassi-: mo, difficile impegno fra i pali larghi, il giovanotto di Trescore partirà nel primo gruppo, pronto a suonarle di nuovo ai big, forse, e a mostrare all'altra metà dell'Italia, quella che non ama Tomba, e chissà poi perché, che è nata finalmente una rivalità vera fra le italiche mura. Albertone Tomba, battuto ma non vinto, ha in ogni caso aumentato il suo vantaggio in cima alla classifica di Coppa, dato che Accola e Girardelli sono finiti rispettivamente settimo e decimo. Il campione bolognese ha sciato con prudenza nella prima manche, ottenendo il quarto tempo e nella seconda non è riuscito a ribaltare la situazione malgrado ci abbia messo polmoni e anima. Tomba ha commesso qualche errore di troppo, su in alto, ha usato un paio di sci nuovi che non tenevano troppo il ghiaccio, ha detto lui. Ma soprattutto non ha pensato, crediamo noi, che Pieren e Bergamelli potessero volare fra i pali, aggredendo la neve e tagliando le traiettorie come colpi di rasoio. Alla fine Alberto aveva stampato sul volto un sorriso strano. Faceva battute, rideva, ma non aveva l'aspetto di un uomo felice. Buono il terzo posto, certo, anche se arrivato dopo una sequenza di 7 vittorie e 2 secondi posti in gigante, ma quei pesantissimi secondi di distacco devono essere stati un brutto colpo per il suo orgoglio ferito. «Oggi in slalom la pista ghiacciata gincnerà a mio favore» diceva mentre i riflettori, ahilui, erano puntati su Bergamelli, il nemico italiano. «Ma va bene anche il podio». Sembrava la storia della volpe e l'uva. Carlo Coscia 46 A sinistra, Bergamelli riceve il «bravo» di Tomba dopo l'inatteso exploit; a destra, lo svizzero Pieren, 2° Bergamelli (a lato) in azione: l'azzurro è sceso con grinta senza commettere alcun errore A Kranjska Gora forse è nata una stella: un giovane ha ferito l'orgoglio di molti campioni dello sci «Sono felice del successo, ma non di aver battuto Tomba, dovete credermi io faccio il tifo per lui»
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