Un pisello che è una bomba di proteine

Un pisello che è una bomba di proteine La leguminosa migliora la fertilità del terreno e richiede un basso utilizzo di mezzi chimici Un pisello che è una bomba di proteine Comincia a diffondersi in alternativa alla coltivazione dell'orzo I diversi orientamenti della Cee verso la protezione di alcune colture, sia cerealicole, sia oleaginose (frumento, soia, barbabietola) hanno provocato negli agricoltori un certo sbandamento e la conseguente ricerca di nuove colture da inserire negli avvicendamenti e che fossero economicamente valide. Tra quelle più interessanti, ultimamente utilizzate dall'industria, c'è il pisello proteico. «Questa leguminosa da granella - dice Eugenio Siboni della Società italiana sementi - è senza dubbio una coltura interessante da sviluppare, in quanto fonte primaria di proteine e pianta miglioratrice delle caratteristiche e della fertilità residua del terreno. Col pisello proteico è possibile, inoltre, interrompere avvicendamenti colturali troppo intensivi e monosuccessioni». La sua coltivazione è apparsa in Europa per effetto del sostegno della politica co¬ munitaria verso le colture proteaginose ed ha avuto subito successo in Francia. In Italia invece questa coltura è arrivata in ritardo e non ha riscosso finora grande successo tra i produttori: meno di 80 mila ettari rispetto ai 500 mila della vicina Francia. «I fattori limitanti la sua diffusione - spiega Siboni -, sembrano collegarsi principalmente all'industria mangimistica di trasformazione, che, non trovando sul mercato consistenti e stabili quantitativi di prodotto nazionale preferisce impiegare, nelle sue formulazioni standard, la produzione francese o altre fonti proteiche come la soia». Oggi il pisello proteico sta però guadagnando terreno, perché gli agricoltori dell'Italia settentrionale hanno compreso che può essere una valida alternativa all'orzo: e pian piano si sta diffondendo. «Negli ultimi anni - dice ancora Siboni - il continuo lavoro di miglioramento genetico ha portato alla creazione di varietà ampiamente adattabili alle diverse aree di coltivazione della specie. Del resto il pisello proteico presenta molti vantaggi. Oltre ad essere una coltura miglioratrice della fertilità del terreno, nella semina autunnale si riesce a inserire bene nella media piovosità della Pianura Padana evitando la "stretta" del mese di luglio. Infine è una coltura che richiede un basso utilizzo di mezzi tecnici e che, per la raccolta, può utilizzare con piccole modifiche le macchine usate per il frumento. Non ultimo, data la necessità di salvaguardare l'ambiente, la coltura può essere condotta dalla semina fino alla raccolta con un basso utilizzo di mezzi chimici e meccanici». La scelta varietale riveste importanza fondamentale per il buon risultato finale. Ma le varietà oggi disponibili sul merca¬ to sono in gran parte di origine straniera, soprattutto francese. E' quindi necessario che ricerca e sperimentazione rivolgano al pisello proteico un'attenzione maggiore. Gli obiettivi che l'attività sperimentale dovrà porsi nell'individuazione di nuove linee sono soprattutto tre: produttività massima e stabile nelle varie annate, resistenza alle più comuni fitopatie e agli stress ambientali, elevato contenuto in proteine dei semi. Per la raccolta oggi si usano le macchine da grano, adattate; ma sarebbe bene utilizzare macchine particolari, anche in considerazione del momento e delle modalità di raccolta: a differenza del pisello da industria, infatti quello da granella secca deve rimanere sul terreno fino alla maturazione fisiologica della granella stessa. Gianni Stornello

Persone citate: Eugenio Siboni, Gianni Stornello, Siboni

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia