Germania allo scontro sui salari di V. Cor.

Germania allo scontro sui salari Il governo fissa il tetto del 5% in più, ma i sindacati vogliono il doppio Germania allo scontro sui salari Chiedono aumenti oltre 6 milioni di lavoratori BERLINO. In Germania per sindacati e governo sarà un inverno «caldo». Una raffica di richieste di aumenti salariali sta per abbattersi sul tavolo del cancelliere Kohl e dei membri del suo gabinetto. Le vertenze più dure riguardano le paghe dei dipendenti delle fabbriche automobilistiche, delle acciaierie e dello Stato; in tutto quasi sei milioni e mezzo di lavoratori. Oggi si riunisce per mettere a punto richieste di aumenti salariali a favore di circa un milione e 600 mila lavoratori il vertice del sindacato dei pubblici dipendenti tedeschi (Dbb). Pare che però il leader del Dbb, Werner Hagedorn, non abbia raccolto gli inviti alla moderazione lanciati da vari esponenti di governo, Hagedorn ha infatti dichiarato che gli aumenti dovranno essere «almeno» del dieci per cento, tenuto conto che i redditi del settore hanno subito nel tempo una perdita del 14. Le richieste dei dipendenti pubblici non si discostano di molto da quelle che altre organizzazioni sindacali stanno negoziando o negozieranno entro la fine di febbraio, secondo il calendario dei rinnovi contrattuali. Ma la portata degli aumenti, oltre ad apparire palesemente in contrasto con le più recenti indicazioni della Bundesbank, ha indotto il ministro dell'Economia, il liberale Juergen Moellemann, a proporre di limitare per legge al 5% gli aumenti salariali a favore dei pubblici dipendenti, il cui contratto ò fra l'altro visto come «pilota». La proposta, subito condannala dai sindacati, è stata criticata dai socialdemocratici all'opposizione ma anche dagli stessi cristiano-democratici alleati di governo dei liberali. Per la Ddb la linea di Moelle¬ mann equivale ad «una mazzata contro l'autonomia contrattuale». La proposta Moellemann è stata vista come un attacco all'autonomia delle parti anche dal presidente dell'associazione dei datori di lavoro Klaus Murmann e dal capo della confederazione dei sindacati tedeschi (la Dgb, che rappresenta undici milioni di lavoratori) Heinz-Werncr Meyer. Dai socialdemocratici, maggiore forza di opposizione, il ministro liberale è accusato fra l'altro di voler seminare discordia tra i lavoratori a fini strumentali. Tuttavia gli stessi socialdemocratici a metà dicembre avevano dichiarato che se, come già allora si profilava, i sindacati dei dipendenti pubblici avessero chiesto aumenti a due cifre, le loro rivendicazioni sarebbero state «assolutamente inaccettabili». [v. cor.]

Persone citate: Hagedorn, Juergen Moellemann, Kohl, Meyer, Moellemann, Werner Hagedorn

Luoghi citati: Berlino, Germania