Mister No, 200 voli nel cielo di Marquez

Mister No, 200 voli nel cielo di Marquez A colloquio con Sergio Bonelli, inventore del popolare filmetto ambientato in Amazzonia Mister No, 200 voli nel cielo di Marquez Amato dalla sinistra, ricorda Bogart e Charlton Heston J] alto un po' meno di un 1 metro e ottanta. Occhi azzurri, capelli neri. Sul suo aereo si è scontrato Inei cieli delle Filippine con gli «Zero» giapponesi. Dopo le battaglie in Corea, disgustato dalla guerra, s'è rifugiato in Amazzonia. Ora si guadagna da vivere trasportando turisti con uno scoppiettante Piper. Il suo nome è Jerry Drake, ma tutti lo chiamano «Mister No» perché ha un carattere ribelle. Il fumetto della scuderia Bonelli compie in questi giorni 200 numeri (17 anni circa). Sulla carta continua a essere il quarantenne degli esordi, mentre il suo pubblico fedele (80 mila copie, 200 mila lettori circa) invecchia con i sogni sfumati degli Anni 70. Mister No figlio spurio di Zagor (e padre spirituale di Dylan Dog, Martin Mistère, Nathan Never), è nato nel '75. Lo disegnò Roberto Diso, seguendo un'idea di Sergio Bonelli (classe 1932, editore di Tex), stanco di tanto western. Bonelli si nascondeva dietro il nome di Guido Nolitta. «E' uno pseudonimo poco avventuroso e nemmeno tanto bello ci dice Bonelli -. Lo scelsi puntando il dito sulla guida telefonica a occhi chiusi». Mister No si porta dentro molti sogni di libertà: «L'ho creato pensando ai film Anni 50. Ha qualcosa di Alan Ladd, Humphrey Bogart e Charlton Heston. E' un eroe, ma è anche fragile e pieno di difetti». Quando è contento canta When the saints go marching in. Beve, fuma e ama le ragazze («in questo, ho aperto una diga nel fumetto super-puritano degli Anni 50»). Ma i suoi amori durano un numero, perché non si lega a nulla che non abbia le ali. Nella stessa Manaus di Mister No, Fitzcarraldo si è smarrito sulle note di Caruso. E dietro il fumetto ci sono suggestioni letterarie, da Chatwin a Mandrake. Ci sono anche schegge di personaggi e avventure vissute da Bonelli in persona, gran viaggiatore amazzonico fin dagli Anni 70, quando la foresta era solo meta di missionari e antropologi. «Il Sud America pullulava di Mister No. Il primo l'ho visto in Messico, viveva vicino ad antichi templi maya. Si chiamava Capitan Vega. Un nome da fumetto. Aveva tante storie da raccontare, e una pistola infilata nella cintura, perché le armi si vendevano con più facilità dei sandwich. Il personaggio si è completato nella mia fantasia in Venezuela, quando ho conosciuto un Kaminsky, un campione di kajak, fuggito nella foresta proibita per dimenticare il socialismo reale». Bonelli ama esplorare i luoghi misteriosi: «Faccio migliaia di chilometri per vedere pietre magiche». Nei viaggi esotici ha però un cruccio. Un amico, che lo ha sempre anticipato: Hugo Pratt. «Hugo mi sfotte, sostiene che sono meno libero di lui. Una volta gli ho raccontato che ero stato tra gli xavantes, ex indigeni cattivissimi dell'Amazzonia. Hugo si è messo a ridere. Mi ha detto che tra gli xavantes c'era un bambino con gli occhi azzurri: suo figlio». L'eroe-antieroe di Bonelli si muove tra vudù e cacciatori di teste, arriva fino alla Patagonia dove abitano indigeni che «definivano la "monotonia" come un'assenza di amici maschili» (parole di Chatwin); combatte latifondisti e militari corrotti. Negli Anni 70, la Macondo di Garda Marquez e il Sud America erano luoghi letterari di culto. E l'anarchico Mister No (scambiato anche per eroe jungeriano di destra), era il fumetto di sinistra, come Tex o la mortadella. «Parlavo di ricchi cattivi perché questo era il Sud America che vedevo nei miei viaggi. Ma Mister No non conosce Marx. Era solo straccione, anarchico e sognatore come i ragazzi della beat generation». Oggi l'Amazzonia è amata da verdi e rockstar pentite. Mister No continua le sue avventure, fermo nel guscio degli Anni 50. Ma i suoi nemici - e Bonelli lo sa bene - non sono più di carta. L'avventura forestale oggi è diventata rutilante, come Indiana Jones. Il Carnei Trophy e il survival sono stati promossi al rango di vacanza intelligente. La nostalgia anarchica di Mister No è in pericolo. Per non estinguersi come un indio, deve travasarsi in Martin Mistère e Dylan Dog Bruno Ventavo»! jerry Drake, l'eroe ribelle che tutti chiamano «Mister No». Il fumetto di Sergio Bonelli da circa 17 anni conta su un pubblico fedele di 200 mila lettori

Luoghi citati: Corea, Diso, Filippine, Messico, Sud America, Venezuela