Il capo della mobile forse sarà trasferito

Il capo della mobile forse sarà trasferito Palermo, aveva già eliminato altri 2 banditi Il capo della mobile forse sarà trasferito PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quello di ieri è stato un giorno come tanti altri per Arnaldo La Barbera, il capo della squadra Mobile di Palermo che venerdì pomeriggio ha ucciso un rapinatore e ne ha ferito un altro durante un tentativo di rapina in un centro di estetica. Nel suo ufficio al secondo piano della caserma Cairoli, a cento metri dalla sede della questura, alle prese con i mille rebus della mafia- e una delinquenza comune sempre più dilagante, La Barbera racconta: «Il mio stato d'animo? Provo amarezza. Sì, una grande amarezza per cose come questa che è bene non avvengano, ma che quando accadono è meglio che si risolvano così. Per quanto mi riguarda è una questione professionale». Gli era già capitato due volte, in passato, sempre a Venezia. La prima volta, in una rapina in banca uccise il pregiudicato Gianfranco Chiozzo, nove anni dopo, dopo un altro colpo in istituto di credito, uccise Silvano Maestello, pure lui pregiudicato. Venerdì sera, poche ore dopo la sventata rapina, La Barbera era di nuovo nell'ufficio che da tre anni occupa a Palermo. Pronto a ricostruire le scene di quel tragico western nel salone di bellezza, costato la vita a Girolamo Fasone, 36 anni, morto dopo una lunga operazione per l'estrazione di tre proiettili. L'altro bandito ferito gravemente, Giovanni Pumo, 35, ieri mattina è stato trasferito nel reparto detenuti dell'ospedale civico: si è salvato e le sue condizioni migliorano. Nell'atto di sventare la rapina, il capo della Mobile - che in una saletta a parte si è visto puntare contro una pistola senza accorgersi che era di plastica e che ha reagito sparando sei colpi in rapida successione - ha ferito un architetto di 40 anni, Angelo Raimondo. Raggiunto da un proiettile a un fianco, il professionista è fuori pericolo. Ora, dopo la morte di Fasone, rimarrà a Palermo o per precauzione sarà trasferito? Arnaldo La Barbera, 49 anni, di Lecce, moglie e figli che vivono lontani da Palermo, giorno e notte impegnato sul fronte antimafia, che prima di lui ha visto in campo altri validi poliziotti, fra i quali Boris Giuliano, assassinato in un agguato il 29 luglio del 1979, non si scompone: «Sono un funzionario dello Stato, non mi pongo il problema: vado dove mi mandano e mi preoccupo soltanto di fare il mio dovere». A Palermo da tre anni, dopo aver diretto la squadra Mobile a Venezia, La Barbera si è abituato a vivere «blindato». E' raro incontrarlo. Passa dall'albergo dove alloggia in gran segreto agli uffici della caserma Cairoli, sempre superscortato, sempre su auto a prova di bomba. Ora aspetta notizie da Roma. Intanto, il sostituto procuratore della Repubblica Agata Consoli, che conduce l'inchiesta, dopo aver raccolto le testimonianze del funzionario e degli altri presenti nel salone di bellezza, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Giovanni Gristina la convalida del fermo di polizia dell'altro bandito, Giovanni Pumo, che come Fasone aveva precedenti specifici per rapine e furti. Antonio Ravidà Il capo della Mobile di Palermo Arnaldo La Barbera

Luoghi citati: Palermo, Roma, Venezia