Bloccato dal Tar il leggi-ricette di Beppe Minello

Bloccato dal Tar il leggi-ricette Sospesa la delibera della Regione Bloccato dal Tar il leggi-ricette Uno dei tentativi più concreti di contenere la spesa sanitaria in Piemonte si è incagliato sui bassi fondali del Tar (Tribunale amministrativo regionale). Il Tar ha sospeso la delibera con la quale la giunta regionale ha assegnato l'appalto per la fornitura di un sistema di lettura automatica delle prescrizioni emesse ogni anno dai medici piemontesi convenzionati con il servizio sanitario nazionale. Il tentativo di contenimento della spesa sta proprio nel controllo, perché dei 6 mila 734 miliardi che la Sanità regionale ha speso nel '91, ben 1097 miliardi se ne sono andati in farmaci. Farmaci prescritti da medici sui quali non esiste controllo, mentre è arcinoto l'abuso di pillole e sciroppi che si fa nel nostro Paese. Il sistema elettronico, tra le altre cose, permetterà di immagazzinare i dati relativi a ogni singola ricetta emessa da ogni medico. Con questo nessuno potrà comunque andare a sindacare sull'operato del professionista «ma là dove sono stati introdotti sistemi di controllo - spiega l'assessore alla Sanità, Eugenio Maccari, psi - c'è stato un immediato e notevole calo dei consumi di medicinali». Un concetto ben chiaro al ministro della Sanità in carica nell'89, Carlo Donat-Cattin, che promosse la legge con la quale lo Stato stanziava 106 miliardi per dotare ogni Regione italiana di un sistema elettronico di controllo delle ricette mediche. Di quei 106 miliardi, circa 7 e mezzo vennero destinati al Piemonte. L'appalto concorso, indetto all'inizio del '90 dalla Regione Piemonte, si è concluso nel luglio scorso quando venne proclamata vincitrice la società Centro Matic di Firenze. Proprio per 7 miliardi e mezzo, la società toscana si è aggiudicata la fornitura del sistema elettronico capace di «leggere», ogni anno, circa 50 milioni di prescrizioni mediche di cui 36 milioni farmaceutiche. Analoghi impianti, la Centro Troppi medicinali inutili, la delibera mirava a intensificare i controlli Matic (che sfrutta la tecnologia della Siemens) li ha già installati in Toscana, Calabria e in parte della Campania. Contro l'aggiudicazione dell'appalto si è però schierata la Siemens Data che si è rivolta al Tar. Mugugni, non concretizzatisi in atti ufficiali, erano giunti anche dalla Elsag Bailey, del Gruppo Iri Finmeccanica, pure esclusa dalla gara per gli stessi motivi della Siemens: non aver indicato nella busta contenente la documentazione l'offerta economica relativa al contratto di manutenzione. «Ma noi - ha protestato la Siemens davanti al Tar - l'avevamo inserita, come vuole la logica, in quella che conteneva anche l'offerta economica relativa a tutta la fornitura». Cavilli, insomma, che, però, tagliarono immediatamente fuori dalla gara i due più importanti concorrenti sui 13 che avevano partecipato alla gara. Dopodiché, l'appalto non ebbe storia: tra la proposta della Centro Matic e le altre 10 ditte rimaste in gara c'era un tale divario tecnologico che la commissione regionale non arrivò nemmeno a valutare il rapporto qualità-prezzo, assegnando la gara alla società toscana. Non a caso, la Siemens, che ha vinto analoghe gare in Val d'Aosta e Basilicata, e la Elsag che ha installato le apparecchiature in Liguria, Sicilia, Friuli, Molise e parte della Campania e la cui tecnologia è utilizzata dalle Poste italiane, dal bancoposta tedesco e negli Stati Uniti, sottolineano l'economicità della loro offerta (dai 4 ai 5 miliardi invece di 7 e mezzo) e la maggiore potenza delle loro apparecchiature: «Tutte cose che la commissione aggiudicatrice - dicono non ha neanche potuto valutare». «Sostengono che c'è stato un equivoco - replicano i legali della Regione - ma come mai solo due ditte su 13 ci sono ca scate? Ricorreremo al Consiglio di Stato». Beppe Minello

Persone citate: Bailey, Carlo Donat-cattin, Eugenio Maccari, Matic, Siemens Data