La sfida di Tomba al suo mese nero

La sfida di Tomba al suo mese nero La Coppa ricomincia oggi con un gigante nella nuova Slovenia: l'azzurro non è tranquillo La sfida di Tomba al suo mese nero Mai grande in gennaio KRANJSKA GORA DAL NOSTRO INVIATO Le piste sono affollate, gli alberghi esauriti (6 mila posti letto) e Kranjska Gora, qui nella giovanissima Repubblica di Slovenia, si sforza di mostrare il suo volto migliore. Certo, c'è di mezzo il denaro, sotto forma di valuta pregiata che da queste parti, in queste condizioni, è manna dal cielo. Il paese sarà pieno di italiani, per il weekend di Coppa, meglio per il weekend di Tomba, e per l'occasione ha riaperto i battenti anche il Casino con la speranza mica tanto vaga di rendere più leggero i portafogli dei turisti, ricchi e sprovveduti, si spera. Ma oltre ai soldi, che come tutti sanno muovono il mondo, in questa grande festa slovena entrano anche motivi di orgoglio nazionalistico, e in verità non potrebbe essere diversamente data la delicatissima situazione politica. La Slovenia voleva le gare di Coppa del Mondo, come una specie di fiore all'occhiello, una tappa importante nel processo di riconoscimento internazionale, e le gare ha avuto malgrado la carenza di quattrini e la fuga degli sponsor, evidentemente poco interessati al nuovo (e povero) mercato. Resta il fatto, peraltro abbastanza curioso, di un Paese dell'ex Jugoslavia che organizza una manifestazione mondiale di sci mentre la cosa è proibita per gli altri sport: finora solo la Fis ha riconosciuto la nuova Repubblica; il Ciò aspetta le decisioni dell'Orni e pertanto ai Giochi di Albertville la Slovenia gareggerà sotto la bandiera olimpica. Per intanto, in attesa di un futuro più certo, gli organizzatori locali hanno deciso di non fissare premi per gli atleti e di ridurre al minimo le spese affidandosi ad un esercito di zelanti volontari. Però non faranno neppure pagare il biglietto di ingresso alla zona traguardo, per la prima volta nella storia, come a dire che le gare appartengono a tutti gli sloveni, una sorta di grande festa nazionale dello sport: poco conta se i tifosi locali, guidati da Milan Kucian, il presidente della Repubblica, verranno messi in minoranza da quelli di Tomba che oggi per il gigante e domani per lo slalom saranno diecimila e anche più, la solita rumorosissima e caldissima folla in delirio. Alberto, per la verità, ieri non ci è parso molto in forma. Non parliamo di sci, naturalmente, dove il nostro a detta di tutti sembra volare sulla neve, sorretto da una forma senza apparenti flessioni, come del resto ha dimostrato la vittoria dell'ultimo dell'anno nel gigante esibizione di Garmisch. Alberto era arrabbiato, teso, scuro in volto e stranamente serio nei discorsi, di solito ricchi di allusioni e battute. Ce l'aveva, Tomba, con gli organizzatori che gli hanno concesso solo mezz'ora di ricognizione del tracciato, dalle 11,30 alle 12, se l'è presa con Thoeni che secondo lui aveva capito male la faccenda degli orari, e ha avuto male parole anche per i padroni della Coppa, che hanno fissato un calendario di gennaio troppo fitto di impegni, e persino per la pista, ghiacciata nella parte alta e molle giù in fondo, al traguardo. Insomma al bolognese non andava bene niente e non gli sono bastate nemmeno le assicurazioni di Gustavo sul fatto che gli addetti stavano buttando acqua anche in basso: forse l'eroe azzurro, quattro vittorie e tre secondi posti in questa stagione, non ha ancora digerito la vicenda del recupero delle gare di St. Anton, combinata compresa, oppure più semplicemente comincia ad avvertire attorno a sé una pressione troppo soffocante e pesante da sopportare. Non crediamo che Tomba, portato per carattere a fuggire le complicazioni del calcolo e le sottigliezze della riflessione, si sia concesso particolari meditazioni sul suo passato. Ma se andiamo a vedere, cercando di interpretarli, i risultati ottenuti finora nella sua travolgente carriera, vediamo che il mese di gennaio è stato sempre il perio¬ do più avaro di successi. Alberto alla ripresa dopo i botti di Capodanno ha vinto solo due volte, gigante di Saas Fee e slalom di Kleinkircheim, sempre nel 1988, la stagione dell'esplosione, per il resto poco o niente, sono tre anni che il campione bolognese non vince più nel mese forse decisivo per la conquista di questa benedetta Coppa del Mondo. Specie adesso che sono in programma anche la libera e lo slalom non disputati per il maltempo sulle nevi austriache di St. Anton. In ventitré giorni, infatti, sono in programma ben undici prove di Coppa, più tre combinate. E Alberto che sta in testa alla clas- sifica con 640 punti deve guardarsi con un occhio da Paul Accola e con due da Marc Girardelli, i nemici. Lui sarà in gara sei volte, due giganti e quattro speciali, gli altri cercheranno di sfruttare tutte le possibilità. «Da qualche settimana ho un raffreddore che non passa» ha detto Alberto in un altro attacco di pessimismo. «Sto peggio io di Accola». Il quale dopo l'influenza ieri si lamentava per il mal di pancia. I due si sono trovati in pista e si sono scambiati gli auguri di Buon Anno. Senza troppo calore, però: i tempi degli inchini sono davvero finiti. Carlo Coscia J6 LLM Innsbruck. Uno spettacolare salto di prova dell'austriaco Alexander Pointer

Luoghi citati: Innsbruck, Jugoslavia, Slovenia