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Ma che fatica il matrimonio All'Erba «Ti ho sposato per allegria» della Ginzburg con Miriam Mesturino Ma che fatica il matrimonio Regia di Fenoglio, robusta interpretazione TORINO. Che fatica il matrimonio! «Ti ho sposato per allegria» nacque un po' per scommessa e un po' per piacere. Natalia Ginzburg volle provarsi prima in un genere a lei ignoto ed estraneo, poi ebbe la voglia di «inanellare le battute l'una all'altra nello stesso modo in cui scrivendo una poesia si inanellano i versi», come scrisse presentando il nuovo lavoro. Era il 1965. Adesso, fino a domenica 12 gennaio, la commedia va in scena al Teatro Erba con la Compagnia di Torino Spettacoli che, per rendere omaggio alla grande scrittrice scomparsa, ripropone la storia di Giuliana, una ragazza di provincia arrivata a Roma e sposata, dopo varie vicissitudini, a un avvocato. Ingenuità e spregiudicatezza, ma allo stesso tempo buon senso e simpatia: sono queste le qualità che piacciono a Pietro, e che lo convincono a spo- sarsi «in fretta e furia come i ladri». La Ginzburg scrisse «Ti ho sposato per allegria» pensando ad Adriana Asti che la interpretò magistralmente diretta da Luciano Salce. La commedia debuttò al Teatro Gobetti di Torino, ed ebbe un grande successo popolare con il film di cui erano protagonisti Monica Vitti e Giorgio Albertazzi. Una Giuliana inquieta e fragile scritta e plasmata come un calco sulla figura della Asti che la rese eccentrica. Miriam Mesturino, sotto la guida di Adolfo Fenoglio, più che un'eccentrica è una ragazza vigorosa, innamorata della vita, insaziabile nello svelare i suoi e gli altrui segreti. Offre una Giuliana dall'allegria sana e forte. Una neosposa espansiva e maldestra dall'interpretazione robusta e accorta nei tempi. Al suo fianco c'è Mario Nosengo, un Pietro che poi non è così mammone. Bravi e soprattutto simpatici Anna Marcelli (madre di Pietro), Lucia De Rienzo (Ginestra, sorella di Pietro) e Daniela Calò (la servetta Vittoria). [1. car.] Miriam Mesturino è Giuliana