Torino scopre i mille volti dell'arte americana di Sergio Trombetta
Torino scopre i mille volti dell'arte americana Accanto alla grande mostra del Lingotto, musica, danza, prosa e cinema nei teatri della città Torino scopre i mille volti dell'arte americana Istituzioni pubbliche e private unite per un progetto comune TORINO. «Arte Americana 1930 - 1970». Non è soltanto la megamostra che si inaugurerà al Lingotto fra una settimana e resterà aperta sino al 31 marzo. E' piuttosto un fuoco d'artificio di eventi che terranno i riflettori accesi sulla città per almeno quattro mesi con lo scopo di illustrare le varie sfaccettature, gli intrecci, le reciproche influenze fra le diverse arti americane di questo secolo. Quindi: arti visive e plastiche al Lingotto; cinema al Museo del cinema; musica e teatro al Regio c in altre sale torinesi; danza con la compagnia di Martha Graham ancora al Regio per il gala di inaugurazione della mostra venerdì prossimo. Tutto sul mito americano. E' normale che varie istituzioni si mettano insieme per finanziare un evento culturale. E' invece più inusuale, e positivo, che le stesse istituzioni aderiscano ad una inizitiva cultu¬ rale organizzandone e finanziandone ciascuna una parte e concorrendo a creare un più vasto e complesso progetto. Comprensibile dunque il tono soddisfatto con cui ieri a mezzogiorno al Circolo della stampa l'assessore regionale alla Cultura Fulcheri, il sovrintendente del Regio Elda Tessore, l'amministratore delegato del Lingotto Alberto Giordano, hanno presentato questo complesso pacchetto di mostre, concerti, spettacoli. Si chiama «Utopia Americana» la serie di interventi preparata dalla Regione e spazia in vari campi: si va dal teatro (curato da Edoardo Fadini), al cinema (Paolo Bertetto), alla musica (Giampiero Gallina). E' stato 1' «happening» negli Anni 50 a far crollare clamorosamente le barriere fra le varie arti, ha ricordatro Fadini: sono gli anni dei santoni dell'underground. E due di questi, Alien Ginsberg e Philip Glass, apriranno la sezione teatrale il 24 gennaio al Regio per una serata di concerto e letture poetiche. Non mancheranno il «Living Theatre», il «Bred and Puppet» (con uno spettacolo sulla scoperta dell'America molto antiColombo), personaggi come Allan Karpow e Michael Kirby, incontri e serate in cui il critico Franco Quadri ricostruirà brani famosi di spettacoli che hanno fatto storia. Centocinquanta film, dal 5 al 22 marzo, costituiscono il corpus massiccio messo insieme da Bertetto per una antologica di tutta l'avanguardia americana con alcune personali dedicate a personaggi come Jonas Mekas, Kenneth Anger e Stan Brakhage. Jazz e minimal al Regio all'insegna della abolizione delle barriere culturali fra musiche, ha sottolineato Giampiero Gallina. Si parte il 4 marzo con Ste¬ ve Reich, grande del minimal anche se poco frequentato da noi. Seguiranno Pauline Oliveiros, Don Cherry, Max Roach, Johnn Zorn, ma anche gli indiani d'America, il 26 marzo al Teatro Nuovo con i «Great American Dancers». Un supplemento musicale arriva dai concerti dell'orchestra torinese della Rai che il 12 e 19 marzo eseguirà musiche di Hindemith e Copland. Questi quattro mesi di mostre e spettacoli cominceranno venerdì prossimo. Per la serata di gala d'inaugurazione arriva al Regio (con una replica sabato 11) la compagnia di Martha Graham, gran signora della «modem dance» americana, figura centrale della danza di questo secolo. Lo spettacolo, voluto dal direttore artistico Carlo Majer, presenta lavori che coprono un arco molto ampio dell'attività della coreografa scomparsa il primo aprile del 1991. Si va da «Primitive Mysteries» del 1931 a «Maple Leaf Rag», ultima coreografia firmata nel 1990. Completano la serata «Hérodiada», «Embattled Garden», «Steps in the Street». Tutto questo a fare da cornice all'iniziativa espositiva del Lingotto, illustrata dal curatore Attilio Codognato. «Arte Americana 1930-1970», allestita da Renzo Piano, è la prima mostra di questa importanza mai realizzata in Europa. L'esposizione raduna circa 200 opere pro¬ venienti dai maggiori musei americani e prende le mosse dal realismo sociale degli Anni 30 che sorge successivamente alla crisi economica del '29 e al crollo di Wall Street. La mostra seguirà le linee di sviluppo dell'arte americana, passando attraverso l'espressionismo astratto degli Anni 40 e 50 per sfociare nella Pop Art dei 60 e arrivare ai molteplici linguaggi artistici del decennio successivo. Sergio Trombetta Philip Glass apre la sezione teatrale Alien Ginsberg, santone dell'underground Graham: inaugura la sua compagnia
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