Contro la Rai

Contro la Rai Attori d'Italia infuriali ROMA DALLA REDAZIONE Nuovo capitolo della guerra tra gli attori italiani, che vorrebbero poter girare nella loro lingua, e la Rai che, per vendere all'estero, esige la lingua inglese. Il Sindacato attori italiani, quello capeggiato da Pino Caruso, ha fatto sapere di aver presentato alla corte d'appello di Roma un atto di diffida contro la Rai colpevole di non rispettare gli accordi stipulati in passato. Non solo ma il sindacato minaccia addirittura di ricorrere all'autorità giudiziaria denunciando la Rai per comportamento antisindacale se entro cinque giorni l'azienda non fisserà un incontro con le rappresentanze sindacali per chiarire la sua posizione. L'accusa è sempre la stessa: pretendere che interpreti italiani si esprìmano in una lingua che non è la loro, pena l'estromissione da ogni produzione e quindi l'impossibilità ad esercitare il proprio lavoro. E' una storia vecchia, nella quale i due contendenti difendono con altrettanta forza le proprie ragioni. Gli attori vanno in bestia quando vengono obbligati per contratto a recitare in inglese, sia pure un inglese scolastico, buono per le coproduzioni internazionali che la Rai realizza ogni anno. La Rai, d'altro canto, si difende sostenendo che, anche ai fini di un futuro doppiaggio, nei casi di coproduzioni internazionali, l'uso dell'inglese è una necessità imprescindibile. La guerra tra gli attori e la Rai raggiunse il culmine all'epoca de «I promessi sposi». Il film-tv era stato girato in lingua inglese dalla Rai con la speranza di esser venduto negli Usa, i quali invece non l'hanno voluto acquistare. Gli attori italiani, che avrebbero dovuto doppiare i colleghi stranieri per permettere la trasmissione dell'opera in Italia, si rifiutarono di farlo entrando in sciopero. Fu alla fine di quell'episodio che, il 7 giugno '89, la Rai, in quanto azienda pubblica finanziata col denaro della collettività, e gli attori, in quanto sindacato di categoria aderente alla Fils-Cgil, arrivarono a un accordo. L'accordo impegnava l'azienda a realizzare le produzioni proprie e quelle date in appalto in lingua italiana, pur rispettando il diritto alla libera circolazione degli addetti all'industria cine-televisiva. E non è tutto: l'accordo prevedeva anche che ogni tre mesi la Rai avrebbe dovuto incontrarsi con il Sindacato per informarlo sui progetti futuri, verificare la situazione occupazionale, prendere in esame eventuali nuovi problemi. Nonostante il clamore suscitato dalla battaglia per «I promessi sposi» e dalla pace che poi ne era scaturita, la Rai, denunciano gli attori del Sai, di fatto non ha mai rispettato i termini di quest'intesa né ha mai ripreso la trattativa per il rinnovo del contratto aziendale con gli attori stipulato addirittura nel '73. A far saltare i nervi si è aggiunta la notizia che il 29 gennaio la Rai ha previsto l'inizio della lavorazione di «Secrets», un serial di sessanta-ottanta puntate dal libro di Judith Kranz, tutto da girare in inglese, per di più con regista americano, anche se finanziato con il denaro pubblico italiano. Da qui la richiesta alla magistratura di intervenire per far chiarezza.