Odissea nel Sahara per i turisti italiani di Franco Marchiaro

Odissea nel Sahara per i turisti italiani In Algeria, vittima un imprenditore alessandrino che portava farmaci ai bimbi del Mali Odissea nel Sahara per i turisti italiani Aggrediti dai tuareg dopo un incidente mortale ALESSANDRIA DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Terribile avventura, nella tarda mattinata del 29 dicembre, per un gruppo di turisti italiani assaliti nel Sahara algerino, quasi al confine con il Mali, da un gruppo di uomini armati, subito dopo che uno di loro era morto ed un alti o era rimasto ferito in un incidente stradale. La comitiva italiana viaggiava su tre vetture fuoristrada e su due motociclette, una con sidecar. Erano in dieci. L'imprenditore alessandrino Alfredo Avesani, 70 anni, la vittima, il medico ortopedico genovese professor Livio Panelli, di 64, ferito, gli alessandrini Damiano Padellaro, Ombretta Zaglio e Maurizio Favaro, con la figlia Irina di 17 anni, Silvana Rivela e Franca Rampazzo di Roma, Alfonso Bianchini di Milano e Pier Paolo Fineo di Mortara. Il primo dei fuoristrada, la Land Rover dell'imprenditore Andrea Avesani, che aveva al suo fianco il professor Livio Panelli, amico e compagno di viaggi in Africa da anni, poco dopo le 11 si è rovesciata in seguito ad una brusca manovra del guidatore sulla pista del Sahara algerino, a pochi chilometri dal confine col Mali ed a 29 chilometri da Bordy Badji Mokthar, sede della Gendarmeria. Nell'incidente Alfredo Avesani, schiacciato sotto il fuoristrada, ò morto sul colpo. Sbalzato a terra, il professor Livio Panelli, originario di Casale Monferrato e che a fine Anni Sessanta è stato primario ortopedico all'ospedale di Acqui Terme, ha riportato invece la frattura di una spalla e di alcune costole. «Due della comitiva, in motocicletta - raccontano Ombretta Zaglio e Damiano Padellaro - si sono subito diretti a cercare aiuto a Bordy Badji Mokthar, noi ci siamo avvicinati alla Land Rover, per soccorrere Avesani e Panelli. A questo punto ci siamo trovati circondati da una decina di uomini in divisa verde, armati. Erano arrivati con due fuoristrada Nissan». Potrebbero essere stati tuareg sconfinati dal Mali, oppure ribelli algerini, difficile per ora stabilirlo. Prima hanno chiesto ai turisti se avevano bisogno di aiuto, poi sono saliti sulla Range Rover e la Nissan della comitiva: puntando le armi per impedire agli italiani di reagire sono fuggiti con i fuoristrada, tutte le attrezzature e i soldi. Il gruppo di turisti italiani, gente abbastanza esperta del Sahara dove aveva già compiuto numerosi altri viaggi, era partito per l'Algeria la vigilia di Natale. Per Alfredo Avesani ed il professor Livio Panelli il viaggio aveva anche un risvolto umanitario: l'imprenditore alessandrino aveva deciso di fare visita ad una missione di suore del Sacro Cuore, in una zona del Sahara algerino, per portare aiuti e medicinali ad una religiosa che conosceva da tempo, e per far visitare alcuni bambini dal suo amico e medico genovese. La piccola comitiva stava attraversando il deserto nel Sahara algerino, poco lontano dal confine con il Mali e con la Nigeria. «Una zona molto pericolosa, che tutte le ambasciate sconsi¬ gliano ai turisti dei loro Paesi», dicono all'Ambasciata italiana di Algeri. Una zona che è battuta da transfughi e da tuareg provenienti dal Mali. «Ci avevano invitato a non entrare in Mali - dicono i turisti - ed abbiamo obbedito, prendendo la pista. Avremmo poi voluto raggiungere la Mauritania». Dopo l'aggressione sono arrivati i soccorsi, trasportati a Bordy Badji Mokthar si sono messi in contatto con l'Ambasciata italiana di Algeri, che ha interessato il ministero dell'Interno algerino. «Abbiamo avuto assistenza - dicono i turisti -, siamo stati prelevati da un aereo militare e portati prima ad Agrar e poi ad Algeri, da dove siamo potuti rientrare in Italia». Ma proprio all'ambasciata de¬ nunciano il mancato intervento, con pretesti burocratici, dell'Europ Assistance, con la quale il medico genovese aveva stipulato una polizza assicurativa. Il feretro con la salma dell'imprenditore alessandrino è arrivato all'aeroporto torinese nella serata di ieri. E' invece rientrato a Genova - dove abita in viale Arezzo 5 con la moglie e la figlia e dove ha lo studio, alla Clinica Montallegro di Albaro - il professor Panelli. E' stato ricoverato proprio alla «Montallegro». «E' stata una brutta avventura, un incubo - racconta il medico genovese -, non pensavo neppure lontanamente che ci potesse accadere». Franco Marchiaro Un gruppo di tuareg nel deserto del Sahara. Alcuni di loro hanno aggredito la comitiva italiana dopo l'incidente nel quale ha perso la vita Alfredo Avesani, alessandrino (a fianco)