Armenia
«Vi spiego perché Eltsin è grande» «Vi spiego perché Eltsin è grande» Consigliere del Cremlino: ha salvato il salvabile Quella che segue è una sintesi di un saggio di Galina Starovoitova suH'«Ultimo anno dell'ultimo impero» che sta per essere pubblicato in Russia. Galina Starovoitova è consigliere di Boris Eltsin per le nazionalità e deputato al Parlamento russo. QUALCHE giorno fa, in un incontro a quattr'occhi al Cremlino, Gorbaciov mi disse: «Voi mi avete spesso rimproverato di essere rimasto alla testa del partito. Ma quello non era un partito, era l'unica, reale struttura statale. Come potevo lasciarla al suo destino?». Gli risposi che noi dell'opposizione l'avevamo capito, ma gli chiesi perché, almeno, non si era disfatto di quella «banda di amici», appoggiandosi al movimento democratico. Esclamò: «Lei pensa davvero che potessi farlo?». Provai una sincera pena per lui, primo e ultimo presidente dell'Urss. In quel momento la sorte di Gorbaciov non era ancora definitivamente decisa, anche se la sorte dell'impero era già segnata. Il vecchio centro imperiale, anche se Gorbaciov era mutato dopo il golpe, non poteva più costituire alcuna attrazione per le repubbliche, ormai vicine all'obiettivo della piena e indipendente statualità. A fine novembre, una settimana prima del referendum ucraino per l'indipendenza, Boris Eltsin mi nominò sua consigliera per le questioni nazionali. S'interessò sulle previsioni del referendum in Ucraina e mi comunicò che - dopo la proclamazione d'indipendenza dell'Ucraina e l'elezione di Kravchuk alla presidenza avrebbe indetto a Minsk l'incontro fra i presidenti delle repubbliche slave. Esaminammo insieme quell'idea e io mi convinsi ancora una volta del talento politico di Eltsin, primo uomo della storia sovietica capace di tornare dall'azzeramento politico ai vertici del potere. Era l'unica chance di conservare i legami che andavano spezzandosi e di creare il nucleo di una nuova comunità sulle rovine ancora fumanti dell'impero. L'Ucraina non avrebbe potuto rifiutare una tale proposta dopo che la Russia aveva riconosciuto subito la sua indipen¬ denza e l'inviolabilità delle sue frontiere. La nuova Russia democratica rinunciava volontariamente al ruolo di «fratello maggiore» e riconosceva la sovranità anche delle altre repubbliche. Nel corso degl'incontri di Minsk e di Alma Ata furono poste le basi di una nuova sicurezza collettiva delle quattro repubbliche nucleari dell'ex Urss. Ma il presidente Gorbaciov non fu invitato. Per lui non c'era più posto nella nuova Comunità. Il quinto e ultimo Congresso dei deputati del popolo, che egli aveva guidato, aveva già trasmesso i suoi poteri ai parlamenti repubblicani. Ricordo che quel giorno un membro del Gruppo parlamentare interregionale (il primo gruppo d'opposizione della storia sovietica) invitò tutti i deputati radicali a raccogliersi al presidium per una foto ricordo. Avvicinandomi notai Gorbaciov che stava raccogliendo le sue carte. E all'improvviso gli proposi di farsi fotografare con noi, coi suoi avversari. Altri si unirono alla mia richiesta e lui, un po' sconcertato, rimase in mezzo a noi. Così fu fotografato dai giornalisti stranieri, insieme alla sua opposizione. L'opposizione ha ottenuto in eredità un'economia disastrata e problemi nazionali irrisolti, un sordo sabotaggio dei comunisti cammuffati e la diffidenza dell'Occidente, rimasto fedele al suo antico amore: il Presidente dell'Urss. Boris Eltsin. ha ora nelle sue mani un enorme Paese affamato che, tutto intero, da Koenigsberg alla Kamciatka, si considera Europa e vuole perfino entrare nella Nato. Nelle ultime settimane la putredine e la stagnazione dell'impero comunista si sono trasformate in una civile opera di smantellamento, ed è cominciata la costruzione di qualcosa di simile al Commonwealth. Una volta ascoltai Jacques Attali formulare un aforisma: «Il risultato più importante della storia è la geografia». La geografia della Russia è mutata come effetto delle amare lezioni della sua storia. Ma l'ultimo anno dell'ultimo impero ci dimostra che il professor Fukujama che ci annunciava la fine della storia - si sbagliava. Galina Starovoitova
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