Wenders piace davvero

Wenders piace davvero? Molti consensi del pubblico per «Fino alla fine del mondo» Wenders piace davvero? Il film, road-moviefantascientifico, è in questi giorni al cinema Romano «Non è monotono», «Hurt grande», «Belle immagini, scarse emozioni» Non solo film d'evasione nei cinema durante queste feste. Ai colossi americani (Robin Hood, Terminator) e alle commedie nostrane di Nuti, Troisi e Oldoini si oppone, infatti, «Fino alla fine del mondo» di Wim Wenders. Il film, in prima visione al Romano, è un road-movie fantascientifico imperniato sul rapporto tra una giovane donna e un enigmatico uomo in giro per il mondo nel 1999 a raccogliere immagini. I filmati consentiranno alla madre cieca di vedere attraverso una sofisticata macchina ideata dal marito scienziato. Un'invenzione, questa, che potrebbe rendere visibili anche i sogni. In maggioranza positivi i pareri del tolto pubblico al termine delle proiezioni. «Il film mi è piaciuto - afferma Marinella Bucci, 20 anni, studentessa - e nonostnate sia lungo più di due ore e mezzo non mi è sembrato monotono». «E' un'opera interessante - dice Giorgio Peirani, 24 anni, scrittore -. Le immagini sono bellissime, scarse le emozioni». «Wenders - sottoli- nea Enrico Giachino, 38 anni, dirigente d'azienda - ha centrato il clima che potrebbe esserci fra 10 anni». «Bravissimi la Dommartin e William Hurt - dichiara Walter Nellini, 24 anni, studente -, eccellente il film». «Hurt si conferma grande attore - sostiene Sara Romani, 59 anni, pensionata -, ottimo anche Max Von Sidow, ambizioso scienziato». Costato 23 milioni di dollari, «Fino alla fine del mondo» si avvale della fotografia di Robby Muller, collaboratore di Wenders già in «Paris Texas», e della colonna sonora comprendente brani degli U2, Rem, Talking Heads. «La fotografia commenta Giordano Garrarini, 56 anni, dirigente - è la miglior cosa di un film veramente d'autore», [d. ca.) II regista Wim Wenders presente in questi giorni nelle sale con il film «Fino alla fine del mondo»