Skuhravy ha ritrovato la parola e le capriole

Skuhravy ha ritrovato la parola e le capriole Skuhravy ha ritrovato la parola e le capriole GENOVA. E' uno dei più forti centravanti del mondo, ma ama indossare la maglia n. 10, all'inglese. E dell'attaccante di scuola britannica, Tomas Skuhravy possiede tutte le caratteristiche. Alto, forte di testa, potente. Ma anche agile rispetto alla stazza fisica (1,91 per 83 chili). Quando, l'I 1 novembre del '90, i tifosi del Genoa lo videro librarsi in aria come un provetto ginnasta per festeggiare con una capriola la sua prima rete italiana, segnata alla Fiorentina, rimasero a bocca aperta. Da quel giorno la capriola di Skuhravy è diventata il simbolo della rinascita per il vecchio Grifone, proprio perché i gol del gigante venuto da Praga hanno proiettato il Genoa al quarto posto finale e in Coppa Uefa. La capriola ha acceso la fantasia della gente. E' nata subito una canzoncina propiziatoria per invitare il nuovo idolo rossoblu a segnare e a volteggiare sotto la gradinata. E l'allegria di Skuhravy ha contagiato Vialli. Il sampdoriano ha imitato il cecoslovacco, innescando così un derby a distanza dal sapore gioioso e vincente. Ma da tre mesi a questa parte qualcosa è cambiato. Tomas continua a segnare reti belle e impossibili rinunciando però al festoso e spettacolare corollario acrobatico. Una rinuncia che ha un significato semplice e doloroso. Proprio a metà ottobre è morta sua madre, stroncata a soli 46 anni da un tumore. Skuhravy, in segno di lutto, ha sospeso il rituale che scatenava l'allegria dello stadio. Da allora il ragazzone dell'Est ha anche interrotto il dialogo con i giornalisti. Un episodio poco piacevole lo ha ferito nell'animo. Due settimane prima che mamma Yelena mancasse in un ospedale di Praga, un quotidiano italiano pubblicò la notizia che il decesso era già avvenuto aggiungendo pesanti accuse al Genoa che avrebbe tenuto nascosto il terribile evento al giocatore per farlo scendere in campo contro la Juve. Sbigottito e amareggiato dal fatto che il suo dramma venisse strumentalizzato per una polemica contro la società, Skuhravy si chiuse in un silenzio risentito, con un'unica eccezione proprio su queste colonne. Due settimane dopo, la madre morì davvero. Giorni terribili per il giocatore. I funerali, lo strazio del padre e della giovane sorella, i trionfi professionali che perdono improvvisamente valore e sembrano irrilevanti davanti a una tragedia tanto grande. Poi, piano piano, ecco che la vita riprende il sopravvento. Skuhravy lentamente rinasce. I compagni, il presidente Spinelli, il burbero Bagnoli lo aiutano molto. I tifosi intitolano un club a sua madre; un'iniziativa che commuove il suo cuore semplice. Il 27 ottobre arriva il derby. E' la partita del rientro, dopo il mesto pellegrinaggio a Praga. Una partita quasi irreale. Corretta, senza colpi proibiti. Mai si era visto un derby così. Anche le tifoserie evitano di punzecchiarsi. E' 0-0 e alla fine Vierchowod si avvicina a Skuhravy, gli porge la mano e lo abbraccia: poi Vialli e tutti gli altri doriani. Un timido applauso si leva dalle gradinate. Un comportamento civile e umano che dovrebbe essere la normalità negli stadi, ma che purtroppo assume un significato esemplare. La regola, infatti, è quella dell'odio feroce e becero. Skuhravy ricomincia a segna¬ re gol importanti, ma continua a non parlare. Prima di Natale parte per il Brasile, in tournée con la Cecoslovacchia. Si toglie la soddisfazione di realizzare un gol su rigore alla Nazionale verde-oro (a Genova non gli è concesso calciare dal dischetto perché lo specialista è Aguilera). Al ritorno in Italia appare più sereno. Per Capodanno accetta l'invito di Braglia. Insieme alle rispettive famiglie, Skuhravy e il portiere hanno atteso l'alba in un locale di Albissola. E oggi ricomincerà il lavoro di sempre. Il primo appuntamento del nuovo anno è con il Torino, la squadra che nell'estate del '90 è stata vicina ad acquistarlo. Skuhravy piaceva parecchio ma alla fine la società granata preferì compiere altre scelte e il Genoa ebbe il merito e la fortuna di puntare su di lui quando erano in molti quelli che dubitavano sulle sue possibilità di adattamento al campionato italiano. La partita con il Torino rappresenta anche la fine del silenzio-stampa. Un altro passo verso una ritrovata serenità. E i tifosi sperano che con la parola Tomas ritrovi anche la voglia di volteggiare in aria come un acrobata. Quella magica capriola manca alla gente che ha il Genoa nel cuore. Renzo Carboncini Tomas ha superato il grande dolore per la scomparsa della mamma Negli ultimi mesi non riusciva nemmeno a gioire per le sue reti Tomas Skuhravy è nato il 7-9-65 in Cecosloslovacchia In Italia da due anni, ha segnato per i rossoblu 22 reti

Luoghi citati: Brasile, Cecoslovacchia, Genova, Italia, Praga