Banali o noiosi, al peggio

Banali o noiosi, al peggio Banali o noiosi, al peggio Coinvolti anche De Niro e Michael Jackson CINEMA RISVEGLI (Usa) di Penny Marshall, con Robert De Niro, Robin Williams: trasforma in un film falso e convenzionale uno dei libri più affascinanti, il saggio dallo stesso titolo scritto nel 1973 dal dottor Oliver Sacks (Adelphi); addomestica, banalizza, schematizza, edulcora un episodio misterioso e tragico della ricerca sul cervello umano. IN VIAGGIO CON ALBERTO (Francia) di Arthur Joffé, con Sergio Castellitto, Marco Messeri, Nino Manfredi: davvero troppa indulgenza a poeticismi stucchevoli, troppa accumulazione di simboli; nel percorso metaforico compiuto da un figlio all'impossibile scopo di pagare il proprio debito col padre prima di diventare lui stesso padre, si ritrovano i diletti francesi e italiani più tediosi. LA DOMENICA SPECIALMENTE (Italia) di Tornatore, Giordana, Giuseppe Bertolucci, Barilli: l'esperimento produttivo interessante di mettere insieme quattro registi giovani e molti bravi attori pei raccontare il mondo del poeta romagnolo Tonino Guerra, diventa un condensato inerte di poeticismi nello spirito strapaesano e insieme un affastellarsi di diversità inconciliabili. A PROPOSITO DI HENRY (Usa) di Mike Nichols, con Harrison Ford e Annette Bening: concentra due tendenze del cinema americano contemporaneo, il film-con-malato e il film-con-bambino;assolve, nell'attuale depressione economica americana, alla necessità di sminuire la spinta alla ricchezza e alla riuscita, di esaltare i valori della vita semplice e della famiglia; alla storia edificante aggiunge poi una melensaggine irrispettosa verso la sofferenza altrui, e una bravura ricattatoria che costringe gli spettatori al pianto. MALIZIA 2000 (Italia) di Salvatore Samperi, con Laura Antonelli, Turi Ferro, Luca Ceccarelli: testimonia come, a distanza di diciotto anni dal film originario, un seguito possa risultare stracco, meccanico, parassitano, malinconico, senza neppure ottenere quei risultati commerciali su cui magari contava. o o » De Niro bocciato in «Risvegli» Bening: «A proposito di Henry» TEATRO UNA VOLTA NELLA VITA è stato un avvenimento sul quale tutti avremmo scommesso a occhi chiusi. La commedia di Kaufman-Hart (regista Giuseppe Patroni Griffi) fu un'esecuzione perfetta ma, cosa letale per un testo brillante, non comica, il che spiazzò il pubblico, richiamato dal delizioso «Fior di pisello» già dato dalla stessa compagnia, e segnò purtroppo lo scioglimento di una formazione notevolissima. Metto questo sfortunato episodio al primo posto perché le sue conseguenze furono le più gravi. LIOLA' di Pirandello dello Stabile di Genova, regia di Maurizio Scaparro. Superflua riproposta di un testo notissimo in un anno di inflazione pirandelliana: senza smalto, con cast inadeguato e protagonista (Massimo Ranieri) incongruo. LA PAZZA DI CHAILLOT di Giraudoux (Stabile di Torino, regia di Luca Ronconi). Farraginosa, macchinosa e interminabile esecuzione di un testo datato la cui unica lezione poteva trovarsi in una qui insospettabile leggerezza LA TETRALOGIA DELLO STRINDBERG DA CAMERA diretta da Roberto Guicciardini per il Biondo di Palermo e L'ABBINATA CAMUS-SARTRE diretta da W. Pagliaro per l'AUDAC. Due spettacoli tetri e vagamente iettatori, per abbonati rassegnati o latitanti. Nel ricordo sopravvive solo un senso di dolore alle mascelle. IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO di M. Costanzo, regia di U. Gregoretti al Parioli di Roma. Successo annunciato e poi invece naufragato davanti all'impossibilità di mettere insieme più di una manciata di bambini con accento napoletano e far loro leggere goffamente i loro compitini ormai insopportabili. Patroni Griffi incompreso Scaparro regista di «Liolà» ^^^^^^^ Maurizio Costanzo non se la cava MUSICA MICHAEL JACKSON. Nella musica pop di brutto è rimasto ben poco: la qualità tecnica perfetta, l'appiattimento verso l'alto di ogni produzione anche modesta, quasi non consentono le sane stroncature d'un tempo; però «Dangerous» è un disco già ampiamente ascoltato dallo stesso cantante e autore. E da altri. MARCO MASINI. Il caso discografico del '91. Con «Malinconoia», l'idolo dei teenagers ha rivelato il talento di saper catturare attenzione attraverso le vie più scontate della retorica canzonettara. «Disperato», il suo primo successo sanremese, faceva presagire un altro futuro. Peccato. ADRIANO CE li NT ANO. Con l'album «Il re degli ignoranti», e con lo speciale di «Notte Rock» a lui dedicato, ha confermato di essere fuori dal tempo, dallo spazio e dalla musica. Cosa peraltro nota e a modo suo simpatica, se non fosse accompagnata dalla presunzione: che uccide quanto l'ignoranza. MARCO CARENA. Trionfatore del Festival di Sanscemo, è la prima vittima del filone demenziale. Con «Carena 2, il ritorno», suo secondo Ip, non restituisce alcuna delle doti che s'intravvedevano agli inizi nel Costanzo Show: la musica è banale, banali e scontati i testi, inesistenti le idee. Impossibile, per un demenziale. IL CONCERTO TELEVISIVO DI MODUGNO. La peggior regia mai vista per la musica in tv. Alla Carnegie Hall di New York, Ruggero Miti ha massacrato con le sue riprese il concerto del Mimmo nazionale: luci e inquadrature sbagliate, primi piani inopportuni, tagli dei momenti più significativi. Modugno non meritava un simile trattamento. n e e Jackson sempre uguale Marco Masini che noioso TELEVISIONE CREME CARAMEL Varietà presentato da Pippo Franco, Raiuno, trasmesso all'inizio e alla fine dell'anno. Satira di regime, falsa trasgressione, con i sosia che imitano gli uomini politici e li lusingano fingendo di prenderli in giro. E tutti fanno a gara per gli abbracci di Pamela Prati, improvvisata soubrette. Il mestiere di un attore come Oreste Lionello messo al servizio di un pessimo spettacolo. Lo vedono in molti. LA PISCINA. Varietà presentato da Alba Panetti, Raitre. Tonfo clamoroso per la rete diretta da Guglielmi, spettacolo senza idee che era stato preceduto da un battage pubblicitario fortissimo. «E la Panetti - dicono adesso i pettegoli della rete - con i soldi nostri si è rifatta il seno». Forse la meno colpevole era proprio lei, l'Alba selvaggia, servita male da testi inesistenti. LA STELLA NEL PARCO. Sceneggiato, Raidue. Stefania Sandrelli, ormai specializzata nei ruoli di moglie e di madre (ma nel nuovo «Jamon Jamon» dovrebbe tornare ai fasti erotici della «Chiave» di Brass) era qui la donna di Ray Lovelock, guardia forestale. Un «serial ecologico» con attori fuori posto, storia fragile, sceneggiatura sfilacciata, tempi siderali. Un bel tema buttato via. NON E' LA RAI. Intrattenimento, Canale 5. Presenta Enrica Bonaccorti. L'autore è Boncompagni, che ha cambiato rete ma porta lo stesso spettacolo dovunque vada. Le ragazzine che ballano sembrano esser messe lì da lui a dimostrare quanto le donne restino, nonostante tutto, delle belle ochette. Talvolta si arrabbia persino la Bonaccorti. SETTIMO SQUILLO. Quiz condotto da Remo Girone, Telemontecarlo. Quando Emmanuele Milano passò dalla Rai a Tmc, tutti si aspettavano grandi cose dalla rete che aveva alle spalle Gardini. Invece non è successo quasi niente. Uno dei primi programmi della nuova gestione fu questo esemplarmente mal riuscito quiz: conduceva Girone, il cattivo della «Piovra», attore di prim'ordine, che qui si è trovato imbarazzato e spaurito, circondato da troppi familiari. Alba Panetti in «Piscina» Sandrelli: basta con le torte

Luoghi citati: Francia, Genova, Italia, New York, Roma, Torino, Usa