La paura di Eco era solo gastrite di Umberto Eco

La paura di Eco era solo gastrite Ricoverato per sospetto infarto, lo scrittore è stato dimesso dall'ospedale di Riccione La paura di Eco era solo gastrite «Ma il mio mal di pancia è divenuto caso nazionale» RICCIONE. «Non è possibile che un mal di pancia diventi un caso nazionale», così si è espresso con alcuni amici il saggista e romanziere Umberto Eco, dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Riccione. Due giorni di ricovero, proprio a cavallo di Capodanno, e una notte di grande paura per l'autore de «Il nome della rosa» e di «Il pendolo di Foucault». L'allarme è scattato, infatti, alle prime luci dell'alba di martedì, nella casa di campagna dello scrittore, a Montecerignone, in provincia di Pesaro. Improvvisi e lancinanti dolori al torace hanno messo in subbuglio l'ex convento dove Umberto Eco stava trascorrendo le ferie natalizie con la moglie Renate e con un amico di lunga data. La prima diagnosi del medico del paese è preoccupante: sospetto infarto al miocardio. Immediata la corsa, con il fiato sospeso, verso l'ospedale di Riccione, dov'era stata messa in preallarme un'unità coronarica. All'arrivo al «Ceccarini» di Riccione, l'allarme rientra. Non si tratta di problemi cardiaci (anche se lo scrittore soffre di bradicardia); la diagnosi dei sanitari è di tutt'altro tipo: dispepsia acuta, ovvero una forma molto dolorosa di gastrite. «Non c'è mai stata una situazione di grave pericolo - sottolinea il professor Walter Zucconi, primario di Chirurgia - si tratta di una patologia abbastanza banale». Nel pomeriggio di ieri il saggista è stato dimesso dall'ospedale; dovrà sottoporsi ad ulteriori esami, ma non c'era la necessità di prolungare il ricovero. Le cause? I medici smentiscono l'eccessiva assunzione di cibi. «Potrebbe trattarsi anche di un colpo di freddo», aggiungono alla Cardiologia del nosocomio riccionese. Lunedì sera, comunque, Umberto Eco era a cena con la moglie e con un amico alla Trattoria Filanti di Montecerignone. «Non è affatto vero afferma la proprietaria Anna Filanti - che il professore ha mangiato troppo; tutt'altro: si è limitato a degli assaggi di cannelloni e lasagne al forno, fatte in casa. Anzi, mi ricordo bene che non ha preso il secondo dicendo che da qualche giorno si sentiva poco bene». Nelle colline del Montefeltro, Eco passa da anni le sue vacanze, estive e invernali. In campagna, a un chilometro dal centro storico di Montecerignone, ha acquistato e ristrutturato un edificio storico, un vecchio convento che veniva utilizzato dai Gesuiti di Roma come colonia estiva. Tra quelle mura sono state scritte alcune parti dei suoi due romanzi di successo: «Il nome della rosa» e «Il pendolo di Foucault». Un legame ormai consolidato con una terra piena di storia, tanto che da dieci anni lo scrittore è cittadino onorario di Montecerignone. Quest'anno, però, le vacanze si sono complicate. Con quella notte di grande paura e con il Capodanno passato in ospedale. «E' stato un paziente modello, spiritoso e simpatico - ha commentato il primario Walter Zucconi - anche se ha avuto un po' di paura». Di sicuro non ha gradito l'eccessiva pubblicità data al suo malore. Anche perché, alla fine, si è rivelato una cosa di poco conto, ma sufficiente, probabilmente, per mandare a monte la festa di compleanno che stava preparando nella sua casa di Montecerignone. Il prossimo 5 gennaio, infatti, il docente di semiotica all'Università di Bologna compie 61 anni. Luigi Luminati Umberto Eco

Persone citate: Ceccarini, Eco, Foucault, Umberto Eco, Walter Zucconi

Luoghi citati: Pesaro, Renate, Riccione, Roma