Milano, Craxi stringe i tempi di Giovanni Cerruti

Milano, Craxi stringe i tempi Il leader del psi anticipa il rientro dalle vacanze per la crisi a Palazzo Marino Milano, Craxi stringe i tempi «Subito la giunta, ad ogni costo» MILANO. Suona la Banda d'Affori nel cortile di Palazzo Marino. Per i milanesi è il buon anno di sempre, è tradizione, un portafortuna per chi è qui alle dieci del mattino. Il maestro Goliardo Bernardi, ottantacinque anni, aspetta l'ultimo bum-bum del celebre tamburo principale, saluta l'anno nuovo e porge gli auguri a Paolo Pillitteri, il sindaco che se ne va. Cioccolata calda e panettone. Poche parole: «Non sono più io il sindaco, no?», dice il cognato di Craxi. Auguroni lo stesso, aspettando il prossimo. Era da sabato 21 dicembre, giorno della sua resa in Consiglio comunale, che Pillitteri non appariva in pubblico. Lo si è visto la sera dell'ultimo dell'anno sul telegiornale regionale di Rai3 Lombardia, per un'intervista che aveva il sapore dello sfogo. «Qui ci vuole l'elezione diretta del sindaco - aveva detto -, altrimenti le città non le governiamo più. Chi governa i grandi centri ha responsabilità enormi, ma poteri limitati, è impossibilitato a fare il proprio dovere. Bisognerà uscire dal recinto, perché a stare nel recinto si diventa matti». Che attorno a questa crisi politica si stia rischiando la follia è assai probabile. Passano i giorni (con oggi ne mancano ventitré alla scadenza: o si fanno il nuovo sindaco e la nuova giunta, oppure si va alle elezioni anticipate) e la soluzione ancora non è sicura. Gianpiero Borghini, l'ex pds possibile sindaco, non è stato candidato ufficialmente da nesssuno. Altro non gli è permesso, in questo momento, che restarsene a sciare all'Aprica: telefona, si legge una pila di quotidiani e dice che non ha niente da dire. Chi ha da dire è Bettino Craxi. Lasciata Milano per qualche giorno, non si è allontanato troppo e continua a lavorare alla sua giunta: psi, de, psdi, pli, verdi, Pensionati, ex Lega, ex pds con Borghini sindaco: o così o elezioni, e proprio non le vuole. Il settimanale Panorama riporta una sua frase: «Piuttosto che far vincere il fascismo straccione della Lega sono disposto a tenere insieme la giunta con lo sputo». Ma ci sono i liberali che proclamano «o noi o i Verdi» e vorrebbero in giunta i repubblicani, ci sono i Verdi che si sentono preziosi e vogliono ridiscutere l'urbanistica, c'è il socialdemocratico che non ne vuol sapere del «Coordinamento unico» tra consiglieri psi-psdi, ex pds, verdi e pensionati che dovrebbe ufficializzare la candidatura Borghini. E poi ci sono voci e indiscrezioni sul malumore dei so- cialisti milanesi, Pillitteri compreso, che non gradirebbero Borghini sindaco. Così Craxi, dalla Svizzera, decide di anticipare il rientro, di riprendere i suoi contatti dall'ufficio di piazza Duomo e telefona al segretario provinciale Bruno Falconieri. Il tempo di trascrivere il suo comunicato, anche se poi la firma sarà quella di Falconieri: «C'è attorno a noi una grande mobilitazione puramente negativa, tutta protesa ad impedire una soluzione positiva della crisi. Rotola nelle polemiche, ma non propone alternative concrete e praticabili». Una risposta indiretta ad Achille Occhetto e al pds milanése. Il rotolarsi nelle polemiche sarebbe l'attacco a Craxi e al suo gran daffare dall'ufficio di piazza Duomo. Tutti quei contatti che non sono piaciuti neppure al vicesegretario psdi Maurizio Pagani e all'ex ministro de Carlo Fracanzani. Craxi rilancia e fa scrivere: «Noi stiamo insistendo nella nostra iniziativa e confidiamo che si possa esprimere una maggioranza di forze politiche e di consiglieri». Ottimismo moderato, pare. E, forse, una novità: «Si sta sviluppando un dialogo tra un ampio arco di forze politiche consiliari e lo approfondiremo nella ricerca di una chiara piattaforma di obiettivi programmatici». Come dire: ridiscutiamo pure tutto il programma, facciamo tutto il possibile perché «Milano deve vedere l'elezione del sindaco e del governo cittadino». Con «una maggioranza determinata ad evitare lo scioglimento». E domani mancheranno 22 giorni. Giovanni Cerruti Il sindaco dimissionario Pillitteri

Luoghi citati: Aprica, Milano, Rai3 Lombardia, Svizzera