SILENZIO ASSORDANTE

SILENZIO ASSORDANTE SILENZIO ASSORDANTE NEL brevissimo messaggio di fine anno rivolto agli italiani il Capo dello Stato ha detto, quali che ne siano state le cause, poco, ma quel che ha detto è risultato nondimeno eloquente. Ha parlato di «delicato momento presente»; ha ricordato i propri doveri verso la nazione; ha sottolineato di tacere, ma solo per ora, su cose delle quali non è in generale bene tacere e su cui bisognerà riprendere il discorso domani; ha auspicato che il 1992 sia un anno di grande impegno nella riforma delle istituzioni. Con la forza del suo (relativo) silenzio, Cossiga ha probabilmente contribuito con una efficacia maggiore di quanto non sarebbe risultato da una ulteriore irruente «esternazione» ad attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sul significato di quello che in Italia è stato per tanta parte «l'anno delle picconate del Presidente». Su queste picconate il Paese si è profondamente diviso, e per questo appare opportuno ancora rifletterci. Circa il ruolo del Presidente si sono creati due partiti contrapposti: l'uno che vede in Cossiga colui che ha il coraggio di dare voce a quanti avvertono l'urgenza di un profondo rinnovamento istituzionale ormai indilazionabile, che Massimo L. Salvador! CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Cossiga, L. Salvador

Luoghi citati: Italia