In tasca le radiografie di tutta la vita

ROENTGEN CARD ROENTGEN CARD In tasca le radiografie di tutta la vita E con un lettore ottico si sceglie quella da stampare UNA piccola rivoluzione si prepara negli studi medici tedeschi: inizia l'era della carta radiologica personalizzata, la RoentgenCard. All'apparenza è una comunissima carta di credito, ma la scritta «Visit» e l'emblema del serpente di Esculapio lasciano sospettare la sua vera funzione. Infatti nella parte inferiore della carta (che ha lo stesso colore di un negativo fotografico) si possono memorizzare 70 radiografie che il paziente può comodamente portarsi in giro nel portafogli. Con un lettore che costa 3 milioni e mezzo di lire il medico curante potrà poi estrarre l'immagine che gli interessa, ingrandirla a piacere o stamparla. Tibia rotta, mandibole o casse toraciche diventano così un documento di proprietà del paziente, al quale attingere senza bisogno di fare ogni volta una nuova lastra. In Germania la Roentgen-Card è già in circolazione nel Baden-Wuerttemberg, gli altri Laender seguiranno l'esempio nel corso del '94. Anche alcune ditte americane, giapponesi ed europee hanno mostrato il loro interesse. Un sistema del genere segna infatti la fine dell'epoca delle ingombranti lastre, da rifare ogni volta che si cambia medico o città, sottoponendo il corpo del paziente a nuove e inutili radiazioni. Già più volte in Germania è stato lanciato l'allarme contro i pericoli noti e ignoti dei raggi X. Di recente il settimanale Ber Spiegel ha addirittura dedicato una copertina ai «raggi pericolosi», calcolando che a causa delle radiografie un tedesco in media incassa annualmente una dose tra i 120 e i 200 millirem, dalla più tenera infanzia fino alla vecchiaia. Una comune mammografia comporta infatti una dose di radiazioni di 4000 millirem, mentre 30 millirem sono il limite massimo annuale fissato dalla legge per i dipendenti delle centrali nucleari. La piccola carta plastificata prende il nome dal fisico tedesco, Wilhelm Roentgen, che nel 1895 scoprì i raggi X (e sei anni più tardi ricevette per questo il Premio Nobel) e coprirà abbondantemente il fabbisogno medio di radiografie. Nell'arco di una vita, hanno calcolato gli esperti, in Germania ogni cittadino lascia scattare circa 40 fotografie delle sue parti più interne. C'è chi già adesso considera la Roentgen-Card il primo passo verso il «paziente digitalizzato». In un futuro non lontano, ogni individuo potrebbe portarsi appresso una completa cartella clinica, memorizzata sulla sua tessera personale. Un'idea certamente pratica, che però incontra le resistenze di chi teme le schedature. Anche per questo gli ideatori della carta radiologica, il radiologo dell'Università di Friburgo Matthias Langer e Walter Zahn, titolare di «Visit» (una piccola impresa di software della stessa città) hanno già pensato ai possibili malintenzionati. Per evitare che lo stato di salute del possessore della carta diventi di dominio pub¬ blico, sulla medesima è memorizzata anche un'impronta digitale del paziente. Inizialmente la RoentgenCard si potrà ottenere a pagamento (per un prezzo di circa cinquantamila lire all'anno), ma non è affatto escluso che le assicurazioni malattia non decidano di assumersi la spesa, che molto probabilmente verrà abbondantemente compensata dalle radiografie risparmiate e dai vantaggi per la salute degli assistiti. Indice del grande interesse è stato il tentativo fallito di comprare il brevetto da parte del colosso farmaceutico Bayer. Nel gioco potrebbe entrare addirittura l'America Express, che non esclude una fusione con la carta radiologica. Tecnicamente è già fattibile e forse tra poco verrà realizzata, così sullo stesso rettangolino di plastica ci porteremo dietro simbolicamente lo stato delle nostre finanze insieme a quello delle nostre ossa. Francesca P redazzi

Persone citate: Francesca P, Matthias Langer, Roentgen, Roentgen Card, Walter Zahn, Wilhelm Roentgen

Luoghi citati: America, Baden-wuerttemberg, Germania