Il becchino di Torino rapace puro

Giulietta la lezione del silenzio Il becchino di Torino rapace puro Il becchino-capo del cimitero di Torino, che faceva vivace commercio di gioielli e capsule d'oro sottratte alle salme. Rapacità allo stato puro, primigenia, ferina, da mostrare alle scolaresche. Ecco, bambini, di che cosa è capace un uomo qualunque in qualunque secolo o millennio. Inutile la perizia psichiatrica. Nulla di morboso. Nessuna contaminazione con i culti e i riti ispirati dalla necrofilia; né con i moventi «scientifici» di Burke e Hare, gli assassini che nell'800 fornivano cadaveri freschi ai dottori di Edimburgo; né, ancora, con le spoliazioni perpetrate d'ufficio sugli ebrei nei campi di sterminio nazisti. Un mostro? Ma no, bambini, solo un esempio di quello che c'è sotto la civiltà, velo sottilissimo. E se ci tenete a preservarlo non buttate per terra la carta delle caramelle, tanto per cominciare. Frutterò & Lucentini

Persone citate: Burke, Hare, Lucentini

Luoghi citati: Edimburgo, Torino