IL SOCIOLOGO
«Solo nel 6% dei casi il bambino viene assegnato alle cure dell'uomo» — IL SOCIOLOGO Ma non è tutta colpa di toghe ed ex mogli LA ricerca di Barbagli e mia ha mostrato che una quota consisstente (circa il 20 per cento) di padri a due anni dalla separazione coniugale fatica, o addirittura rinuncia, a mantenere rapporti significativi con i propri figli. Ciò ha provocato due tipi di reazioni. Da un lato vi è stata la sorprendente incredulità dei commentatori. Dall'altro vi è stata la rabbia, o anche solo il dolore, di quei padri separati che si sentono colpiti due volte: quasi mai riconosciuti dai tribunali come i genitori più adatti a salvaguardare il migliore interesse del minore (perciò quasi mai genitori affidatari); spesso ostacolati dalle ex mogli; ed ora anche indicati pubblicamente come colpevoli di abbandono. Le reazioni di questi padri segnalano un problema che è ben lontano dall'essere risolto sia nella prassi giurisprudenziale che nella cultura diffusa: continuare a fare i genitori in assenza di convivenza di coppia è difficile e richiede sia immaginazione che un minimo di lealtà e collaborazione tra gli adulti. Occorre che entrambi i genitori siano consapevoli della necessità di fare spazio all'altro pur nella distinzione delle proprie vite. Ed occorre che siano aiutati, sia in sede di provvedimenti amministrativi e legali, sia tramite servizi - dall'offerta di spazi abitativi o di incontro a forme di consulenza psicosociale. Tuttavia, imputare l'allonI tanamento dei padri solo agli I ostacoli frapposti dalle ex mogli, sostenute dalle decisioni dei tribunali, è fuorviante. Non solo le ricerche, ma le cronache quotidiane sono piene di padri che non esprimono nei loro comportamenti alcun impegno di responsabilità nei confronti dei figli con cui non vivono più. Subordinano il tempo che pure dovrebbero passare con loro ai propri impegni professionali o di tempo libero; non pagano gli assegni di mantenimento o li pagano in ritardo o in modo parziale; quando si creano un nuovo legame tendono a trascurare la «vecchia famiglia». La nostra ricerca suggerisce come parte della spiegazione di questo comportamento vada cercata nel modello maschile e di padre tradizionale. C'è un dato, infatti, che non è stato adeguatamente sottolineato nei commenti: i padri che hanno una possibilità più alta di allontanarsi dai figli dopo la separazione sono quelli che meno si sono occupati di loro, al di là del mantenimento, quando vivevano assieme. Il modello di padre che condivide con la madre le responsabilità di cura ed educazione dei figli sta lentamente diffondendosi. Molti padri che lottano per vedersi riconosciuto il proprio ruolo di genitore anche dopo la separazione probabilmente lo hanno fatto proprio. Ma ce ne sono ancora molti, troppi, che credono esauriti i propri compiti nel fornire un reddito, salvo ritrovarsi incapaci di «fare il padre» quando manchi la mediazione della madre. Chiara Saraceno sno^J
Persone citate: Barbagli, Chiara Saraceno
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