«Punirò io i miei rottweiler»

Bologna, l'uomo ammette: «Dopo l'aggressione volevo ucciderli, ora esito» Bologna, l'uomo ammette: «Dopo l'aggressione volevo ucciderli, ora esito» «Punirò io i miei rottweiler» //proprietario dei cani rivendica il verdetto BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Cosa fare di tre cuccioli di sei mesi, che come ti vedono guaiscono di gioia ed agitano la coda smaniosi di carezze, ma che solo quattro giorni fa hanno sbranato una donna, vittima di un improvviso e inspiegato raptus di violenza? «E' im interrogativo che ci assilla da lunedì sera, un vero incubo. Accetteremo la decisione delle autorità giudiziarie, qualunque sia. Penso però che sarebbe meglio se il peso di questa decisione fosse lasciato sulle nostre spalle». Parla lentamente, quasi con fatica, talvolta fermandosi perché sopraffatto dall'angoscia, l'ingegner Giampiero Castelli, proprietario dei tre Rottweiler che hanno ucciso Giuseppina Casali, la donna che si occupava di loro quasi ogni giorno. Su di lui e sua moglie Adriana Bancolini pende l'accusa di concorso in omicidio. La morte della collaboratrice famigliare e la prospettiva dell'abbattimento dei tre cuccioli gli hanno sconvolto la vita. Il colpo è stato particolarmente pesante per la moglie. Entrambi sanno che dovranno prendere al più presto una decisione e che sarà comunque dolorosa. Racconta Castelli: «All'indomani dell'uccisione della signora Giuseppina volevo abbatterli io stesso. Li guardavo con odio, prò- fondamente colpito. Oggi è diverso, si comportano come sempre, sono docili e affettuosi. Mi chiedo se è proprio necessario sacrificarli». Non meno angosciosa però è l'ipotesi contraria di tenerli in vita. «E' una vita che rischia di essere segnata la loro, ma soprattutto rischia di essere segnata la nostra. In paese, a Monte Calderaro, dove andiamo ogni fine settimana e dove teniamo i cani, ci sentiamo osservati, la gente si aspetta da noi una scelta. Credia¬ mo sia stata una tragica fatalità e in quanto tale non ripetibile, ma ogni volta che qualcuno si avvicinasse ai rottweiler si ripeterebbe quell'incubo: e se accadesse di nuovo? Affidarci alla decisione del tribunale ci proteggerebbe la coscienza, ma ci sembrerebbe quasi un atto di codardia, anche verso i tre cuccioli». Cosa vi ha spinto a circondarvi di cani così grossi, potenzialmente feroci? «Da sempre io e mia moglie amia- mo i cani di taglia grossa. Abbiamo avuto dei Boxer, uno Schnauzer gigante e poi i Rottweiler, diventati cinque dopo la nascita di Regina, Jordan e Tarù. Per noi la casa è vuota senza i cani, è un po' come dedicarsi a dei figli. E poi bisogna fare chiarezza: non è vero che il Rottweiler è il prodotto di incroci e manipolazioni genetiche. Già esistevano ai tempi della Mesopotamia e i Romani li usavano per sorvegliare il gregge». Eppure sono più feroci e ira¬ scibili di altre razze. «Certo, sono cani grossi, dei veri molossi. Trattati in certi modi possono anche diventare aggressivi. Ma i nostri cuccioli non ci hanno mai dato problemi. Stavano in casa insieme a noi, dormivano perfino nella nostra camera da letto. Certo, il gioco con loro è sempre un po' pesante, ma mai incontrollabile». Allora, cosa può aver fatto scattare la furia omicida? «Io e mia moglie non riusciamo a spiegarcelo. Forse la signora Giuseppina non si è fatta riconoscere a sufficienza o forse è scivolata sulla neve. I cani possono avere pensato ad un nuovo gioco o possono essersi spaventati; difficile sapere cosa può averli fatti impazzire». Sarà mai possibile stabilirlo? Al momento i tre cuccioli - tenuti nella cantina della villa sono sotto stretta osservazione da parte dei veterinari della Usi 23 che tra pochi giorni dovranno trasmettere una relazione al giudice. L'avvocato Mario Giulio Leone, che assiste la famiglia Castelli-Bancolini, chiede che sui cani venga disposta anche una sorta di perizia psicofisica, per attestarne il carattere, accertarne la pericolosità. Per capire insomma se sia possibile che si ripeta quella esplosione di aggressività incontrollata che lunedì ha provocato la tragedia. Marisa Ostolani «Se li liberassi vivrei nell'incubo» Uno dei rottweiler killer. A sinistra la villa di Imola

Persone citate: Adriana Bancolini, Calderaro, Castelli, Giampiero Castelli, Giuseppina Casali, Mario Giulio Leone, Marisa Ostolani

Luoghi citati: Bologna, Imola, Mesopotamia