Baudo presenta un mistero ai giudici

Catania, lo showman smentisce il pentito: i clan non mi hanno contattato Catania, lo showman smentisce il pentito: i clan non mi hanno contattato Baudo presenta un mistero ai giudici Resta il giallo sul movente dell'attentato alla sua villa «Mai detto no a Santapaola, non posso attribuirmi eroismi» CATANIA NOSTRO SERVIZIO Il Pippo nazionale dai giudici antimafia per parlare dell'attentato di due anni fa contro la sua villa. Dopo le rivelazioni dei giorni scorsi fatte dal pentito di mafia Claudio Severino Samperi («Nitto Santapaola parlò di avvicinare Baudo per sfruttare le sue conoscenze») il presentatore televisivo è stato ascoltato ieri dai magistrati catanesi della direzione distrettuale antimafia sul possibile collegamento tra i «contatti» voluti dalla mafia e l'attentato che nel novembre di due anni fa distrusse la villa a mare dello showman. Si trattò di una ritorsione di Cosa nostra dopo il rifiuto di Baudo ad avere contatti con il clan di Santapaola? Sembra proprio di no, stando a quanto dichiarato dal presentatore catanese ai giudici. «I boss americani come Al Capone - ha ironizzato Baudo davanti ai cronisti amavano la lirica, e in questo caso avrebbero dovuto prendere contatti con mia moglie». L'idea della mafia di avvicinare Baudo per sfruttare le sue conoscenze a tutti i livelli sarebbe rimasta quindi soltanto allo stadio di progetto. Non si capisce allora perché Cosa nostra volesse punire con un attentato così eclatante Pippo Baudo. Il colloquio con i magistrati catanesi ò iniziato pochi minuti dopo le 12. Da solo e senza l'assistenza di alcun avvocato («Non perché voglia fare tutto da me, ma perché non sono qui nella veste di inquisito») Baudo si è intrattenuto con i giudici per più di due ore. «E' stato un incontro molto positivo - ha spiegato alla fine - come cittadino e come vittima di quell'attentato sono molto contento se questo serve a far emergere la verità. Al momento non ci sono indicazioni certe per quanto riguarda la mia disavventura. Onestamente debbo dire che più tempo passa meno ne capisco. Tutto è talmente astruso, non avendo intimidazioni, avvertimenti, né prima né dopo l'attentato». Per quanto ritenuto attendibile dai giudici catanesi, il pentito Samperi potrebbe aver fatto soltanto un ragionamento sull'azione devastante messa in atto dalla mafia con il presentatore. «Sono certo che l'attentato a Baudo - ha dichiarato Samperi sia direttamente o indirettamente riferibile alla nostra organizzazione». Su quel «messaggio» voluto dalla mafia, il pentito aggiunge che avvenne nel periodo in cui Santapaola e compagni volevano contattare personalità di primo piano in tutti i settori. Contatti che avevano come obiettivo la garanzia dell'impunità per l'organizzazione. «Ho letto di una mia reazione ad un tentativo di abbordaggio da parte della mafia ha precisato ieri Baudo - ma onestamente debbo dire che non e vero, anche se certe volte fa comodo fare l'eroe. Non ho resistito a nulla perché non ho avuto nessun contatto. Quella villa doveva essere maledetta da me ed invece l'ho fatta ricostruire. Adesso ci torno con molta amarezza, perché vorrei se ne sapesse un po' di più. Spiragli nelle indagini? Non ne ho intravisti. Si stanno facendo ricerche sulla base di quelle dichiarazioni e spero che i magistrati possano risalire ai colpevoli». Ma potrebbe essere stata una vendetta contro qualcuno dei suoi amici, magari un politico? «Ma non mi pare assolutamente» è la risposta del presentatore. Nonostante l'attentato contro la sua villa continui a restare un mistero irrisolto, Baudo si è detto comunque molto soddisfatto del lavoro fatto dai magistrati catanesi. «Operazioni antimafia come quella di pochi giorni fa ed altre portate a termine in questi mesi non possono che rendermi felice come semplice cittadino». Nicola Savoca Pippo Baudo entra nel palazzo di giustizia di Catania

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