Quindici miliardi di mazzette

IN CORSO A TORINO Quindici miliardi di mazzette Sotto inchiesta sono finiti in trecento IN CORSO A TORINO QUINDICI miliardi di tangenti, oltre trecento inquisiti, dodici grandi inchieste: sulla malasanità e sugli appalti truccati nelle grandi opere pubbliche. E' il bilancio di un anno di indagini del pool mani pulite, guidato dal procuratore aggiunto Marcello Maddalena. Inchieste che prima non finivano mai si chiudono in pochi mesi: per patteggiare la pena gli inquisiti restituiscono il maltolto. I politici, non più protetti dall'immunità parlamentare, si presentano ai magistrati e chiedono di patteggiare: lo hanno già fatto i socialisti Giusi La Ganga e Giuseppe Garesio. La bufera giudiziaria che travolgerà un'intera classe politica, amministratori, imprenditori e dirigenti, si scatena a gennaio. Il pm Vittorio Corsi chiude la maxi inchiesta sulla malasanità nelle Usi torinesi e apre quella sull'appalto per la costruzione del nuovo ospedale di Asti. Scattano le manette per l'architetto torinese Antonio Savoino, grande manovratore degli appalti nella sanità in Piemonte. Ospedale dì Asti. Per aggiudicarsi l'appalto di 235 miliardi erano scesi in campo i big dell'edilizia: la Grassetto di Salvatore Ligresti, la Vianini Lodigiani, la Borini in accoppiata con la Cogefar. Savoino diventa il «Mario Chiesa» della situazione, svela gli intrighi per addomesticare la commissione, l'accordo corruttivo iniziale, una tangente di 6 miliardi promessa dalla cordata vincente Borini-Ruscalla-Cogefar, e la manovra concussiva degli andreottiani dell'onorevole de Vito Bonsignore, un miliardo e mezzo per togliersi di mezzo. Sono inquisiti i parlamentari La Ganga (psi), Severino Citaristi, Giovanni Goria e Vito Bonsignore (de), i costruttori Ligresti e Marco Borini, Enzo Papi della Cogefar (gruppo Fiat). Vanno in carcere l'assessore regionale alla sanità Eugenio Maccari (psi), il vicepresidente della Provincia Ezio Astore (de), la presidente dell'Usi di Asti Bianca Dessimone, fedelissima di Goria. Iacp, Sagat, Sitaf. A febbraio vengono decapitati i vertici Iacp: sono arrestati per concussione il presidente avvocato Mario Fimiani (de) e il vicepresiden- te Russo (per patteggiare hanno restituito 265 milioni); inquisito il senatore Roberto Giunta (pri). Il 5 marzo è arrestato il presidente della Sagat Maurizio Bordon (psi), accusato di aver chiesto mezzo miliardo a Marco Borini per l'appalto della nuova ae¬ rostazione di Caselle (Bordon ha restituito 155 milioni alla Sagat). Inquisiti l'amministratore delegato dell'Itinera Bruno Binasco, che poi finisce nell'inchiesta sull'ospedale di Chivasso assieme all'ex capogruppo de in Regione Rolando Picchioni, e il deputato socialista Felice Borgoglio, cui era destinata la tangente di mezzo miliardo. Scattano le manette per Rosario Di Bella, direttore d'esercizio della Sitaf, accusato di corruzione nell'inchiesta sul terriccio d'oro, una truffa da un miliardo e mezzo. Di Bella batte il record della permanenza in cella: più di sette mesi. Arresti domiciliari per il direttore del Caf Ermanno Mauri (truffa e peculato); avvisi di garanzia per truffa all'amministratore delegato Franco Froio e al direttore della Sitaf Campo. Galileo Ferraris. La tangente di 250 milioni per l'appalto della nuova sede dell'Istituto viene consegnata in una scatola di cioccolatini una sera del luglio '90 in piazza Montecitorio. 11 costruttore Giuseppe Gilardi consegna i soldi all'avvocato romano Arnioni, grande elemosiniere de, che li passa a Mario Alberto Zamorani, ex direttore Italstat: è lui che confeziona la scatola di cioccolatini per Bonsignore. Aera, Cidiu, Elisoccorso. Otto gli imputati di corruzione e concussione coinvolti nelle inchieste sull'Aem (Teleriscaldamento) e sul Cidiu, un miliardo e mezzo le tangenti versate nelle mani di portaborse messi dai partiti nel consiglio d'amministrazione Aem per pilotare gli appalti. Soldi pagati da Ansaldo di Genova, Grandi Motori di Trieste, Fiat Engineering, Fisia. Inquisiti La Ganga, Giunta, Citaristi. Nell'inchiesta sull'Elisoccorso l'ex assessore Maccari confessa una tangente di 640 milioni: 300 finiti al defunto segretario psi Balzamo, 220 per sé, 120 al deputato psi Giuseppe Garesio (inquisito per la discarica di Cavaglià) per la sua campagna elettorale. Tangenti rosse. Due i filoni di indagini sulle tangenti rosse. Una mazzetta di 260 milioni versata su un conto svizzero dalla Cogefar per l'appalto del depuratore del Po-Sangone, destinata al tesoriere del pei Antonio De Francisco (defunto), consegnata a Giancarlo Quagliotti (ex capogruppo pei in Comune) e da questi a Greganti, successore di De Francisco. E i miliardi versati dal rappresentante della multinazionale Trema a politici di Grugliasco per il centro Le Gru: 35 milioni al consigliere di Rifondazione Albino Rossello, 65 milioni al sindaco pds Domenico Bernardi, che, appena eletto, deve dimettersi. In primavera si ripeteranno le elezioni. Claudio Censitolo Senza l'immunità i parlamentari si «arrendono» ai magistrati e chiedono di patteggiare Da sinistra il procuratore della Repubblica aggiunto Marcello Maddalena e il pubblico ministero Vittorio Corsi

Luoghi citati: Asti, Cavaglià, Genova, Grugliasco, Piemonte, Torino, Trieste