Attenti alle «Bucce di banana»

La nuova trasmissione degli orfani di «Saluti e baci» da sabato su Raiuno La nuova trasmissione degli orfani di «Saluti e baci» da sabato su Raiuno Attenti alle «Bucce di banana» Oreste Lionello: «Possiamo far satira anche sulla panna» Gli autori: «Sarà un bel varietà sull'Italia che scivola» ROMA. Su Raiuno il nuovo anno comincia con un clamoroso ritorno al passato: nonostante gli sforzi dialettici del direttore Nadio Delai e i puntigliosi distinguo del regista Pierfrancesco Fingitore, la presentazione di «Bucce di banana», ieri mattina al Salone Margherita, ha fatto capire bene quanto ancora sia lontano, nella tv di Stato, un cambiamento vero, di forme e di contenuti. Impietosamente ripudiati l'estate scorsa dai «professori» appena insediati alla guida della Rai, quelli di «Saluti e baci» tornano in video da sabato primo gennaio come se niente fosse: ma come? Non erano troppo costosi, troppo volgari, troppo distanti dalla nuova linea di una tv molto attenta alla cultura? Nadio Delai ha preparato con cura risposte a critiche e interrogativi: ((Abbiamo raggiunto un accordo su una base sensibilmente inferiore al trend del passato». Che vuol dire? Che quelli del Bagaglino hanno accettato di ridurre del 2530% il loro guadagno: il costo di «Saluti e baci» superava gli 800 milioni a puntata, mentre «Bucce di banana» viaggerà a quota 500 milioni. Sul tema volgarità s'inalbera il regista Pingitore: «La volgarità non ci è mai stata contestata dai membri del consiglio d'amministrazione. Solo i giornali si sono gettati sulla notizia della nostra cancellazione arrivando addirittura a dire che la fine di "Saluti e baci" era in realtà la fine del Caf». Il direttore Delai passa oltre, s'infervora sul concetto della «discontinuità» e spiega che l'elemento nuovo, nei contenuti dello show, sarà rappresentato dall'«attenzione ad una società che, per crescere, deve imparare a ridere non solo degli altri o dei politici, ma anche di se stessa. Insomma ci vuole la critica ma pure l'autocritica». Negando con decisione che l'avvio di «Bucce di banana» sia in realtà un ritorno frutto di pentimenti e di timori da basso Auditel, Delai tiene molto a far sapere che, almeno per ora, il gruppo di Pingitore si esibirà solo per quattro serate. Naturalmente se gli ascolti saranno soddisfacenti il programma potrà durare di più, esattamente come accadeva ai tempi di «Biberon», «Creme Caramel» e «Saluti e baci». Inutile stimolare Pingitore sul tema dell'orgoglio calpestato con domande del tipo: come mai dopo essere stati sonoramente messi alla porta avete accettato di tornare in video senza battere ciglio? «C'è stato solo un momento di corto circuito tra noi e i vertici dell'azienda - minimizza serafico il regista -, la nostra proposta è caduta e siamo rimasti senza nulla in mano; ora la corrente è stata riattivata». Lionello è più pragmatico: «Sono venuti qui a piangere. Il problema Rai è solo uno, sintetizzabile nella famosa battuta "Bambole, non c'è una lira"». E i corteggiamenti della Finin- vest? «Perché, esiste ancora?» risponde il comico; e la difficoltà di fare satira in una fase di grandi mutamenti sociali e politici? ((Abbiamo autori - assicura Lionello - che possono fare satira anche sulla panna montata senza mai correre il pericolo di scivolare». E quella dello scivolo è proprio l'idea portante del nuovo show: «Il nostro - dicono gli autori Mario Castellacci, Pierfrancesco Pingitore e Carla Vistarmi - vuole essere un programma satirico sull'Italia contemporanea, con i suoi tentennamenti, la sua ansia di novità, i suoi timori, i suoi protagonisti improvvisamente alla ribalta, la sua ricerca fatico- sa di un equilibrio. Insomma un varietà sull'Italia che scivola». Teatro dello spettacolo che vedrà il rientro in casa Rai dopo l'esperienza berlusconiana della burrosa Valeria Marini, sarà l'istituto Mani in pasta, scuola per la formazione della nuova classe dirigente». In cattedra siederanno i maestri del «Nuovo Che Avanza»: il preside Pippo Brucellosi cioè Pippo Franco, sua moglie Leonida professoressa di bon-ton e la Marini insegnante di una materia tutta da scoprire denominata «Nuovi comportamenti personali». Oreste Lionello sarà Nicolino «l'alunno più viscido d'Italia», Leo Gullotta punterà su una nuova creatura, Mafalda, nipotina della signora Leonida animata da un'insaziabile «voglia di apparire». E i politici? Niente paura. Ci saranno anche loro, com'è tradizione nel teatro del Bagaglino: da Occhetto a Fini, da Bossi a Ciampi, da Rosy Bindi alla Mussolini. E il cambiamento? «Il cambiamento è nelle cose - ribatte Castellacci -: in giro c'è una gran curiosità per quello che sta accadendo; siamo tutti mutati, magari più preoccupati dello scarso rendimento dei Bot che della formazione del nuovo governo. Il nostro spettacolo terrà conto di tutto questo». Fulvia Caprera Dice il direttore Delai: «Quelli del Bagaglino hanno accettato di ridurre i guadagni del 30 per cento» Qui a destra Leo Gullotta con Valeria Marini. Nella foto grande tutto il gruppo di «Bucce di banana»: Oreste Lionello, Leo Gullotta, Pippo Franco e Valeria Marini

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