dalla Terra alla luna come nei sogni di Verne di Fabio Galvano

Gli esperimenti condotti nei laboratori militari della California: «Il costo dei lanci diventerà irrisorio» Gli esperimenti condotti nei laboratori militari della California: «Il costo dei lanci diventerà irrisorio» Palla Terra alla luna come nei sogni di Verne Un «supercannone» americano manderà in orbita satelliti e sonde LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un altro sogno di Jules Verne diventa realtà: un cannone in grado di collocare un satellite in orbita terrestre. Non è fantascienza: i primi esperimenti con un prototipo in scala ridotta, svolti da uno dei maggiori centri americani di ricerca sulle armi, sono riusciti perfettamente. Il progetto entra ora nella sua seconda fase e nel giro di pochi anni, se le promesse saranno mantenute e soprattutto se il governo federale metterà a disposizione gli ingenti fondi necessari, il gigantesco cannone potrebbe essere in grado di sparare sonde spaziali a getto continuo e a un costo - rispetto ai missili usati attualmente - davvero irrisorio. S'intitolava «Dalla Terra alla Luna» il romanzo che Verne scrisse nel 1865: la storia di una spedizione sul nostro satellite naturale lanciata dalla Florida con l'ausilio - appunto - di un cannone. Quello a cui stanno lavorando gli scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory, in California, non sarà in grado di sostituire lo Shuttle per il semplice motivo che nessun essere umano resisterebbe alla spinta iniziale, alla colossale esplosione capace di conferire in pochi attimi al «proiettile» la velocità di 40 mila chilometri orari necessaria per raggiungere un'orbita terrestre. Servirà soltanto per satelliti e sonde senza esseri viventi; ma in quel campo, secondo i progettisti, i costi dovrebbero ridursi al cinque per cento di quelli attuali, che sono di 10 mila dollari per ogni chilo messo in orbita. Il cannone è un tubo lungo circa tre chilometri e con un diametro (o calibro) di 170 centimetri, sistemato nel cuore di una montagna che ne rinforza le pareti e puntato verso il cielo. Si basa su un vecchio progetto elaborato negli Anni Sessanta da Stati Uniti e Canada: il progetto Harp, ideato dallo scienziato Gerald Bull e su cui era basato anche il «supercannone» di Saddam Hussein. Bull fu ucciso a Bruxelles alla vigilia della guerra del Golfo, in un attentato rimasto finora avvolto da mille punti interrogativi; ma le sue esperienze sono state raccolte e aggiornate per questa ricerca soprannominata Sharp (Super High Altitude Research Project). L'esplosivo, nel caso del Jules Verne Launcher, è una carica d'idrogeno, che viene surriscaldata e portata a deflagrazione nel momento in cui il proiettile passa davanti alla camera di scoppio. Ma proprio i rapidi progressi che si stanno facendo nel campo del trattamento dell'idrogeno consentirebbero la collocazione di numerose altre cariche lungo la canna: il proiettile, insomma, sarebbe lanciato da una rapidissima successione di esplo- sioni. Il problema, nel momento in cui il governo americano sta tagliando tutte le spese per gli armamenti, è quello di finanziare un'impresa che proprio per la sua natura inconsueta ha molti avversari. Secondo gli esperti del laboratorio Livermore, infatti, l'intero programma potrebbe costare 6,6 miliardi di dollari, al cambio attuale 11 mila miliardi di lire. Ma Jules Verne ne sarebbe orgoglioso. Fabio Galvano Lo scrittore Jules Verne

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