Esercito a Napoli e in Calabria

Esercito a Napoli e in Calabria Esercito a Napoli e in Calabria Entro marzo lasceremo la Somalia ROMA. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un decreto legge che prevede l'utilizzo dell'esercito in Calabria e a Napoli, a garanzia dell'ordine pubblico. Reparti dell'esercito saranno dislocati, in particolare, a Reggio Calabria e nei due centri ionici di Bovalino e di Piatì. Nel capoluogo partenopeo, come ha detto il ministro della Difesa Fabio Fabbri, sarebbe stato lo stesso neosindaco Antonio Bassolino (pds) a «segnalare questa esigenza». Tutte le operazioni che prevedono l'utilizzo dell'esercito, ha puntualizzato il ministro, saranno comunque guidate in sede locale dai prefetti. Continuerà, inoltre, in Sicilia, per lo meno fino al 30 giugno, l'operazione «Vespri», che ha costituito - ha sostenuto Fabbri - «una esperienza positiva nel contrasto alla criminalità e nel controllo del territorio». E proseguirà, infine, l'o¬ perazione «Testuggine» in corso ai confini Nord-orientali dell'Italia, «tesa a contrastare il fenomeno dell'entrata clandestina di persone dall'ex Jugoslavia, il traffico d'armi, e altri fenomeni criminali di tipo estorsivo». Le dicisioni del Consiglio dei ministri hanno suscitato, in genere, reazioni positive, anche se non è mancata qualche riserva. «Non ho nulla in contrario all'utilizzo dei militari per sgravare il lavoro delle forze dell'ordine - ha detto il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Riboldi -. Napoli, anche se non ha i delitti eccellenti di Palermo, è comunque la città simbolo della camorra. L'unica cosa è che potrebbe essere lesa l'immagine della Napoli turistica, di una città che è comunque un crocevia di turismo. Non bisogna dare il senso che ci sia un pericolo imminente tale da richiedere la presenza dell'eser¬ cito. Comunque, questa cosa è un simbolo dell'interesse dell'Italia verso Napoli». «Sconcerto e preoccupazione» sono stati invece espressi dall'antiproibizionista Marco Taradash, deputato della Lista Pannella. «Piuttosto che illusorie e demagogiche occupazioni militari del territorio - ha dichiarato - occorrono soluzioni più serie ed efficaci per combattere mafia e camorra. L'esercito in funzioni di ordine pubblico è un semplice analgesico rispetto alla malattia criminale di cui soffrono Napoli, la Calabria e la Sicilia, che richiede interventi radicali contro la corruzione politica e contro il traffico di droga». Sempre ieri, il Consiglio dei ministri ha deciso il ritiro del contigente italiano dalla Somalia entro il 31 marzo. L'operazione «Ibis 2», che ha visto il contingente italiano impegnato con le forze Onu nel fornire assistenza umanitaria e nel ristabilire le istituzioni politiche e l'economia nel Paese africano, terminerà prima di Pasqua. Lo stesso ministro della Difesa Fabbri, proprio durante il consuntivo con la stampa sull'attività del suo ministero nel corso del '93, ha detto che era ormai fuori luogo continuare ad affidare agli italiani «la funzione di crocerossina della situazione». Il nostro sarà un «diniego ragionato» al proseguimento di questa esperienza, ha ancora detto Fabbri.

Persone citate: Antonio Bassolino, Antonio Riboldi, Fabbri, Fabio Fabbri, Marco Taradash