Il contribuente ridisegna l'Italia

Nessuno difende i padri separati, nessuno pensa agli emigranti RISPONDE O.d.B. Il contribuente ridisegna l'Italia GENTILE signor Costamagna, in una tempesta di discussioni su federalismo buono e secessione cattiva, appelli all'unità d'Italia rivolti persino dal Pontefice, contraddetto, comunque, immediatamente da veementi polemisti laici e da impetuose pasionarie religiose, e rimproverato per aver superato i confini, la sua proposta appare un inaspettato procedere in controtendenza. Tanto più che lei non si diletta solo di teoria, ma affronta la realizzazione della sua proposta come se fosse una cosa non solo possibile, ma anche e soprattutto logica. In fin dei conti, dovrebbe esser concesso ai contribuenti discutere il migliore impiego dei loro contributi. «Non basterebbero 10 o 12 regioni?», lei dice. «Ad es.: Piemonte (con Val d'Aosta), Lombardia, Trivcneto, Liguria (fino a Massa Carrara per ingran- Il contriridisl'It buente egna lia dirla un po'), Emilia-Romagna, Toscana, Lazio (con gli Abruzzi), Campania, Puglia (con il Molise), Calabria (con la Basilicata), Sicilia e Sardegna. In alternativa: le regioni piccole (ad es. Umbria, Marche e Abruzzi) potrebbero unendosi creare una regione unica. Le Regioni a statuto speciale Val d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia potrebbero diventare Province a statuto speciale (ma solo: Aosta, Bolzano, Gorizia e Trieste per l'ovvio motivo di tutela delle minoranze; le leggi già ci sono). Che ne pensa?...». Non so proprio cosa pensare al momento, gentile signor Costamagna, mi gira un poco la testa, anche se apprezzo la sua audacia nel tornare all'antico progettando uno sconquasso quasi superiore a quelli fattici balenare a ossessivo ritmo continuo dagli adepti del federalismo e della secessione. L'unico vantaggio che malaccortamente intravedo nei suoi piani prorompenti sarebbe quello di dirimere una volta per tutte il dualismo (incomprensibile per la maggior parte degli italiani non impiegati delle relative amministrazioni) costituito dall'esistenza contemporanea di Regioni e Province, grandi macchine di spreco, di contraddizione e d'insolvenza. Oreste del Buono Caro OdB, l'Italia è già talmente suddivisa tra Regioni, Province, Comuni che non c'è affetto bisogno, mi pare, di ulteriori divisioni: Nord, Centro, Sud... Perché non cominciamo a pensare seriamente di ridurre il numero di queste fette e fettine? Come cittadino che paga le tasse (e contribuisce a pagare consiglieri, assessori, giunte e uffici amministrativi vari) mi permetto di proporre ai miei connazionali che sia dimezzato il numero di Regioni, Province, Comuni. A es. ci sono regioni di 9 milioni di abitanti (se non erro) come la Lombardia e altre di 300 mila come il Molise... Fulvio Costa magna, Torino

Persone citate: Costamagna, Fulvio Costa, Oreste Del Buono