Così il lìder màximo divide i progressisti di Luciana Castellina

\1 Articoli e accuse. Sansonetti: Siete nostalgici Luciana Castellina: E voi siete dei pentiti polemica. Reportage da Cuba sull'Unità e su Liberazione: di segno totalmente opposto Così il lìder màximo divide i progressisti D OVREBBERO stare attenti, con quella loro furia demolitrice da neofiti», s'inalbera Luciana Castellina. «E' offuscata da un senso di nostalgia che in letteratura è una bella cosa, ma che in politica genera solo guai», ribatte, secco, Piero Sansonetti, condirettore dell'i/ratà. I due tronconi dell'ex pei, quello che si esprime attraverso il giornale fondato da Gramsci e quello che si riconosce in Liberazione, il quotidiano di Rifondazione comunista, sono ai ferri corti. Polemizzano su Fidel Castro e su Cuba - due miti comuni, almeno in passato - in questo scorcio d'anno che ha riacceso i riflettori sul lider màxima e sulle disastrate condizioni economiche in cui è sprofondata l'isola caraibica dopo la scomparsa dell'Urss e, soprattutto, a causa dell'embargo decretato dagli Stati Uniti. Stesso uomo, stesso Paese, ma dopo aver incontrato il personaggio e visitato 0 «paradiso della rivoluzione», i due giornali ne riportano immagini diametralmente opposte. Entrambe, forse, ancora cariche di ideologia, al di là dei problemi economici e politici del Paese, come se il campo di battaglia tra «pentiti» e «irriducibili» si fosse spostato su una delle poche fiammelle di «rivoluzione reale» ancora in vita. Per Luciana Castellina, Fidel è quell'uomo «simpatico», quel «compagno che ha anche sbagliato, ma che vuol migliorare e che non può essere strangolato in questo modo», quel capo di Stato che invece di «predicare, come lo accusano di fare, chiede, vuol capire, con un fare così sornione e accattivante da far dire ai suoi stessi interlocutori (una delegazione della Cee, ndr) che questo sistema capitalista è una pazzia». E «sorride divertito», Castro, «della sua battuta paradossale», quando dice: «Noi saremo il ramo verde del socialismo». Cambiano gli occhi, ora sono quelli dell'inviato dell' Unità Massimo Cavallini, e il «comandante en jefe», così definito ma con un tono quasi da presa in giro, diventa un dittatore che «intima»: «Nessuno osi parlare di contaminazione, nessuno si spaventi. Si spaventino gli altri, quelli che comandano nei Paesi da cui vengono i turisti». Sulle pagine dell' Unità, Castro sembra il generalissimo di una Repubblica delle banane, il «lider màximo che parla con religioso fervore», mentre «il peso cubano, pur ancor carico di patrie effigi e di orgogliosi slogan, non vale più neppure il prezzo della carta su cui è stampato». «E' tutto assurdo, quell'articolo è un insulto - incalza Luciana Castellina -. I pentiti sono talmente presi dal furore di farsi perdonare qualcosa che, alla fine, non sanno nemmeno cosa devono farsi perdonare. E' da stupidi paragonare Cuba alla Romania o alla Ddr. Ma questi non sono mai usciti dai loro uffici? Non si sono accorti che il mito di Castro rimane fortissimo in tutta l'America Latina. Ci sarà pur un motivo. E che doveva fare Fidel? Morire giovane come Che Guevara? Il Che lo riconoscono solo perché non ha avuto il tempo di avere a che fare con la politica e con gli errori del comunismo». «Pentiti? Di quasi nulla», ribatte Sansonetti: «Castro e Guevara ci hanno dato una grande spinta alla liberazione in anni in cui, senza di loro, molti non avrebbero trovato la forza di combattere. Ma ora i tempi sono cambiati. Non abbiamo nulla di personale contro Castro. Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un'intervista che il leader cubano ha rilasciato a Gianni Mina, e non era davvero un atto d'accusa. Però pensiamo che Castro sia un testardo: non vuole accettare che i tempi sono cambiati; non si può reggere uno Stato senza i presupposti della democrazia. Dopodiché accusiamo anche gli americani: quell'embargo è antistorico, poteva avere senso finché c'era l'Urss. A chi fa paura, oggi, Cuba?». Contro il quotidiano del pds si rivolta anche Mina: «Gli Usa stanno facendo morire di fame un Paese perché se la Cuba di Fidel sopravvivesse gli americani dovrebbero rivedere tutta la loro politica in America Latina. L'ultima accusa che si poteva muovere a Castro era la questione dei diritti umani, ma l'ultimo annuario pubblicato da Amnesty International mette Cuba tra i Paesi latinoamericani più rispettosi della dignità umana. E la stessa Hillary Clinton ha preso Cuba ad esempio per la sua nuova politica sanita¬ ria: la mortalità infantile nell'isola è più bassa che nello Stato di Washington». Polemica a parte, i due articoli, messi a confronto in alcuni passaggi comuni, fanno anche sorridere. Scrive la Castellina, citando Fidel: «Proprio la crisi ci ha aiutato a riscoprire tecniche antiche ma ecologicamente corrette: l'uso di fertilizzanti biologici, e persino il ricorso ai buoi che non rovinano il terreno quanto i trattori». Un grande conquista moderna questa - sembra ammiccare la Castellina -, mentre, sulle righe dell'Unità, la stessa «osservazione della realtà» diventa: «Quelle campagne condannate al Medioevo del bue e dell'aratro». Per la direttrice di Liberazione è in atto una vera e propria congiura determinata dai «problemi psicologici» dei pentiti. «E' curioso che 3 mio reportage sia simile all'intervista fatta a Castro da Jas Gawronski, mentre l'articolo dell'Unità ricalchi quello pubblicato da Repubblica a firma Vittorio Zucconi. E questi sarebbero i giornali che si rivolgono alle frange progressiste del nostro Paese?». Mina rincara la dose: «Io, Gabriele Salvatores e Gillo Pontecorvo abbiamo scritto una lettera a Scalfari per protestare contro quell'articolo. Siamo ancora in attesa della pubblicazione». Pier Luigi Vercesi Castro? Un eroe No, un testardo Non c'è accordo neppure sui buoi Articoli e accuse. Sansonetti: Siete nostalgici Luciana Castellina: E voi siete dei pentiti L f \1 La cattedrale dell'Avana I «paradiso della rivoluzione» oggi divide l'Unità L e Liberazione, i due giornali f della sinistra Una panoramica dell'Avana Secondo Gianni Mina gli Usa, con l'embargo stanno facendo morire di fame il Paese