Era già successo al cinema
E il mancato assassino ammette tutto Era già successo al cinema Forse l'aspirante omicida non aveva visto il film di Fred Zinnemann «Cinque giorni un'estate» o, se lo aveva visto, deve aver pensato che sarebbe stato meglio cambiare, a suo favore, il finale. Ma non ha comunque previsto che anche nella realtà - come sempre nella fiction cinematografica per motivi di cassetta - non mancano i colpi di scena. Tanto nell'opera di Zinnemann, con Sean Connery e Betsy Brantley, quanto nella vicenda descritta dalla notizia a fianco, domina la montagna che non si limita a fare da sfondo, ma recita un ruolo da protagonista in una storia di pas¬ sione amorosa «giocata» a tinte forti. Un amore in entrambi i casi problematico che si sviluppa, di passaggio in passaggio, tra rocce, ghiacciai e sfide sempre più ardite alla legge di gravità, verso la tragedia finale. Nella trama di «Cinque giorni un'estate» i sentimenti coinvolgono Sean Connery, Betsy Brantley ed un terzo incomodo, la guida, Lambert Wilson. Connery c nelle vesti di un uomo anziano, sposato, che rincorre giovinezza e passione attraverso il rapporto con una nipote ventenne. I due amanti cercano rifugio in un paesino delle montagne svizzere, su¬ blimando l'amore proibito nella sfida alla natura. Ma la guida che li accompagna si innamora a sua volta e cerca di strappare la giovane donna al vecchio. L'atmosfera evolve verso una scelta finale che i tre affidano durante un'ascesa, come in una folle scommessa contro la morte, alla loro abilità di scalatori. Un masso che si stacca da una parete risolve il triangolo amoroso uccidendo la guida senza per altro coronare il sogno dei due amanti che prendono atto, anche loro, di aver perso la sfida e si dicono addio. Zinnemann si era ispirato ad una precedente pellicola del 1926, «La montagna dell'amore», con un soggetto molto simile. Anche in quel caso il gigante non si limitava a fare da spettatore. Agiva. Nella storia francese di questi giorni la montagna sembra davvero aver deciso di fare giustizia punendo la guida che aveva creduto di poterla dominare ed usare e graziando la giovane scalatrice. [e. st.] In un film di Fred Zinnemann Sean Connery era l'alpinista
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