Zar Boris un apparato degno del vecchio pcus di Giulietto Chiesa

r DIÀRIO DI MOSCA Zar Boris, un apparato degno del vecchio pois MOSCA ('ULTIMO Soviet cittadino della Russia ha chiuso i battenti. Non poteva che essere quello di San Pietroburgo. Per chiudere il ciclo. Avevano cominciato da qui, da qui finiscono. L'ha deciso, ovviamente, Boris Eltsin. Il suo «ukaz» è calato sugli ultimi «deputati del popolo» come un fendente di spada. Verbale in questo caso, ma non meno dirompente delle cannonate. Anatolij Sobciak, il sindaco, è contento, anzi entusiasta. «La necessità di questa decisione era evidente», dice. Era dall'ottobre di quest'anno che questi mohicani resistevano acquattati dietro i banchi di legno e velluto dello Smolnij. «Incompetenti, parolai, irresponsabili». Il democratico Sobciak quasi perde il controllo mentre elenca le loro malefatte. Forse è anche un tantino nervoso. Le elezioni per lui non sono andate bene. Era capolista del Movimento democratico per le riforme, che non ha raggiunto il 5% necessario per entrare nella Duma. Così gli rimane solo la carica di sindaco, a meno che Boris lo chiami a coprire qualche ministero. E poi non c'è il rischio che il nuovo consiglio comunale di San Pietroburgo, quando il popolo sarà chiamato a eleggerlo, nel prossimo marzo, si riveli anch'esso altrettanto ribelle del vecchio soviet? «Non credo proprio - dice Anatolij Sobciak - la gente eleggerà persone più competenti. In ogni caso io farò in modo che la nuova Duma cittadina non abbia poteri esecutivi e spero che sia all'alteza dello tradizioni di quella che c'era prima della rivoluzione». Intanto si porrà il problema di dove sistemarla. Seguendo l'esempio del Presidente di Russia, sarà bene darle una sede che non faccia montare la testa ai deputati. Eltsin - forse facendosi guidare dall'istinto popolare, che non trascura le scaramanzie ha già deciso di dare la Casa Bianca al governo. La Duma starà nell'ex palazzo del Comecon e l'altra Camera del Parlamento la si¬ stemerà nell'ex palazzo della stampa, sulla via Pushkin. Saranno distanti l'una dall'altra, relegate in posti angusti e poco aulici. Così ha fatto arrabbiare i giornalisti, ma almeno i deputati capiranno che contano poco. Del resto a Eltsin, Presidente con tutti i poteri, serve spazio. A tredici giorni dal voto, che ha sancito la nuova Costituzione, una raffica di decreti indica che le dimensioni delll'Amministrazione presidenziale presto eguaglieranno quelle dell'immenso apparato che obbediva agli ordini del segretario generale del Pcus. Eltsin prende sotto il suo diretto controllo l'ex ministero della Sicurezza. La guardia presidenziale è stata posta da tempo sotto i suoi ordini diretti. Scioglie il ministero dell'Informazione e crea un'Agenzia Federale che risponderà solo al Presidente. Anche la ex Tass e l'agenzia d'informazione russa Ria faranno capo a lui. Ed è alle porte una ristrutturazione dello Stato Maggiore dell'esercito che - dopo l'epurazione di una trentina di marescialli e generali - dipenderà direttamente dal Presidente. Il quale, a scanso di equivoci, nominerà sia il ministro della Difesa che il capo dello Stato Maggiore. Certo che gli serve spazio, e tanto. Per questo la Piazza Vecchia, con il suo imponente sistema di palazzi del Comitato Centrale del partito, gli ci vorrà tutta. Per questo anche il governo dovrà sloggiare. Resta un mistero: un tempo Mosca ospitava due governi, dell'Urss e della Russia, e i palazzi bastavano. Adesso, dopo tutta questa girandola di traslochi, non bastano più. Forse c'è un Parlamento di troppo Giulietto Chiesa fsa^J

Persone citate: Anatolij Sobciak, Boris Eltsin, Eltsin, Sobciak

Luoghi citati: Mosca, Russia, San Pietroburgo, Urss