AAA cercasi strategia per rompicapo russo di Aldo Rizzo

AAA cercasi strategia per rompicapo russo OSSERVATORIO AAA cercasi strategia per rompicapo russo NA settimana dopo il terremoto elettorale, l'Occidente cerca di mettere a punto una strategia «ragionevole» verso la Russia di Eltsin e, ahimè, di Zhirinovskij. In teoria, la scelta è facile: appoggiare il primo e osteggiare il secondo. In pratica, è tutto più complicato. Va bene appoggiare Eltsin, ma è lo stesso Eltsin di prima, oppure è un leader dimezzato, o ridimensionato, che deve venire a patti, in qualche misura, con l'opposizione ultranazionalista e con quella comunista? E che cosa conviene di più all'Occidente: che Eltsin continui le sue riforme radicali, la sua terapia-shock, col rischio di accrescere la forza dei suoi oppositori, oppure che annacqui e temperi il suo riformismo, col rischio che questo diventi confuso e inconcludente come ai tempi dell'ultimo Gorbaciov? Un segnale è venuto dal vicepresidente americano Gore, quando ha criticato il Fondo Monetario e la Banca mondiale per aver sottoposto i loro aiuti a condizioni troppo rigide, favorendo l'ascesa degli ultranazionalisti. Invece il ministro tedesco Kinkel, anche lui in visita a Mosca, ha detto che «la Germania non drammatizza i risultati elettorali e appoggia come prima le forze democratiche che vogliono continuare le riforme radicali». In realtà l'Occidente dà un po' carta bianca a Eltsin, fidandosi di lui, in assenza di alternative accettabili. Certamente non storcerà il naso, nonostante le parole di Kinkel, se il presidente russo farà delle concessioni di tipo, come dire, sociale, o magari populista. Del resto questo accade, nei momenti di crisi, anche nelle democrazie di mercato sperimentate, come le nostre. L'importante è non perdere la direttrice di marcia. La questione c complicata anche da un altro punto di vista. Eltsin accentuerà i toni nazionalistici della sua politica estera? E in tal caso che risposta dare ai Paesi vicini alla Russia, che già chiedevano la garanzia della Nato, o addirittura il loro ingresso nell'organizzazione atlantica, e ora tremano all'idea di uno Zhirinovskij al Cremlino, ma anche di un Eltsin da lui condizionato? E' il più grosso e grave que I sito dopo la fine della Guerra I fredda, e riguarda gli occi dcempcercpinscdascdsozpdUcClcscrrlssnPspt dentali non indirettamente, come nello sviluppo politicoeconomico russo, ma in prima persona. Dalle reazioni di questi primi giorni, dalle molte dichiarazioni di uomini politici e politologi americani ed europei, due punti sono emersi con sufficiente chiarezza. Il primo è che non si può dare in nessun caso alla Russia la sensazione dell'isolamento, come avverrebbe se l'area della Nato si estendesse fino ai suoi immediati confini. Il secondo è che neppure si può concedere a Mosca un diritto di veto su chi può stare o non stare nella Nato, e che in ogni caso una qualche garanzia va fornita ai Paesi europei che sono appena usciti dall'imperialismo dell'ex Unione Sovietica. Sembra la quadratura del cerchio, e in parte lo è. Com'è nella sua natura e nella sua storia, l'Occidente cerca la soluzione nel pragmatismo, cioè nell'ordine delle cose possibili. Possibile è rassicurare la Russia, magari stipulare un patto di alleanza tra essa e la Nato nel suo insieme, come suggerisce Brzezinski. Possibile è nel contempo associare i Paesi ex comunisti a un sistema di sicurezza e di cooperazione sponsorizzato dalla Nato, rinviando a un tempo imprecisato il problema della loro adesione formale. C'è anche una formula per questo, o uno slogan, «Partnership for Peace», e sarà al centro di un cruciale vertice atlantico, fra tre settimane a Bruxelles. Funzionerà? E funzionerà, relativamente al quadro interno russo, l'atto di fiducia, la «delega» a Eltsin? E' logora, ma sempre valida, la definizione della Russia come di «un mistero avvolto in un enigma». Ancora una volta l'Occidente prova a svelare, o almeno a circoscrivere questo mistero e questo enigma. La condizione, anche questa antica, è che l'Occidente resti nel frattempo se stesso, forte e vigile. Aldo Rizzo :zo^J

Luoghi citati: Bruxelles, Germania, Mosca, Russia, Unione Sovietica