«Mio figlio gli sparerebbe» di Maria Corbi

«Mio figlio gli sparerebbe» «Mio figlio gli sparerebbe» «Ma imparerà a vivere senza rancore» LA RABBIA DEL PADRE SROMA IGNOR Glorio, venerdì sera è finito il vostro incubo. «Abbiamo passato trenta giorni terribili. Quando ho riabbracciato mio figlio Giovannino ho provato un'emozione che non posso descrivere. Siamo resuscitati, siamo tornati a vivere». Martedì il riscatto è stato pagato. Da allora eravate in attesa della liberazione? «Sì, ma siamo rimasti con l'angoscia fino a quando abbiamo sentito suonare il citofono. Uno squillo familiare, un suono lungo e due corti. Era il nostro Giovannino che tornava a casa. Solo allora ho avuto la certezza che mio figlio era salvo». Qual è la prima cosa che ha detto suo figlio? «Mentre gli correvamo incontro, io, mia moglie e mia figlia piangevamo. Lui ci ha detto di smetterla, che non voleva lacrime». E' un ragazzino forte. «Sì. Ma non è il Giovanni di prima. E' nervoso». Lo seguirà uno psicologo? «Faremo tutto quanto è necessario. Già venerdì è stato visitato dal medico di famiglia, il marito di mia figlia. Fisicamente sta bene, è solo un po' dimagrito». Ha parlato dei suoi giorni di prigionia? «No, non lo vuol fare e noi non lo forziamo. Quando sarà pronto lo farà da solo». Non ha detto nulla neppure sui rapitori? «Prova rancore. Ha detto che vuole sparare a chi gli ha fatto del male. Penso sia normale, non trova?». Crede anche lei come la mamma di Francesco Rea, il bambino rapito due anni fa, che le pene per i rapimenti siano troppo lievi? «Certo, è un atto intollerabile e ci vorrebbe la pena di morte. Individui del genere non dovrebbero esistere». Giovanni Paolo riuscirà a perdonare? «Sì, deve vivere senza rancore. L'importante è che studi per poi lavorare con me nell'azienda che ho creato». Come ha trascorso la prima giornata a casa? «Tranquillo. Ha girato per le stanze, ha dato due calci al pallone insieme ai poliziotti, ha avuto molte visite. Sono venuti anche i compagni di classe. Poi ha voluto che la sorella gli anticipasse il regalo di Natale, un motorino, e ha voluto comprarsi uno snow-board». Adesso pensate di abbandonare questa villa? «No. Lo abbiamo chiesto a Giovannino, ma lui non vuole. Lui qui è nato. Mi ha detto: "Papà, io non ho paura, devono essere gli altri che devono avere paura ad entrare nella nostra casa"». Maria Corbi

Persone citate: Francesco Rea, Giovanni Paolo