Goveani scatta l'accusa di Claudio Giacchino

SPORT Caso Torino: l'indagine della magistratura si allarga ai club che acquistarono giocatori in nero da Borsano Goveani, scatta l'accusa Avviso di garanzia per bancarotta TORINO. Roberto Goveani ha ricevuto un avviso di garanzia per concorso in bancarotta fraudolenta. E' l'ultima novità nella Torino-story. Sensazionale pur se attesa; dolorosa per l'immagine del Notaio (anche se l'avviso non è certo sinonimo di colpevolezza); foriera di nuove incertezze sul futuro della società. Goveani è finito indagato perché i giudici ritengono che, d'accordo con Gian Mauro Borsano, abbia tentato di distrarre le azioni del Torino dalla somma spettante alla massa di creditori dell'ex presidente granata la cui holding, la Gima, è sull'orlo del fallimento. A inguaiare il Notaio è la scrittura privata con Borsano in cui il primo s'impegna a pagare al secondo 12 mila milioni in nero e altrettanti alla luce del sole (sono così 24 i miliardi che sarebbero stati sottratti ai creditori) per l'acquisto del Torino. La carta dell'accordo è stata consegnata agli inquirenti dallo stesso Borsano che, per il timore di andare in carcere non appena, con lo scioglimento delle Camere, verrà meno l'immunità parlamentare, si è persuaso alla collaborazione con la giustizia. Avvilito. Così gli intimi dipingono Goveani: il presidente s'è di nuovo consultato con il difensore, avvocato Lageard, in serata ha incontrato l'amministratore delegato Giacomo Randazzo di ritorno dall'Uruguay, dove aveva allacciato contatti per tentare di vendere Saralegui e Aguilera, poi è partito per la montagna insieme alla famiglia. Per il momento il Notaio continua ad essere il numero 1 del Torino: impossibile dire sino a quando lo sarà, vorrà o potrà esserlo. L'unica certezza: è ormai un presidente prò tempore, presto o tardi la società finirà in altre mani. Nuovo padrone. Impossibile indicarlo o solo immaginarlo, circolano le voci più disparate. L'unica concreta: il Torino potrebbe trovarlo in fretta, senza dover aspettare di finire sotto la tutela del curatore fallimentare della Gima. Sui pretendenti è ridda di nomi e ipotesi chissà quanto fondati. Il nero. Come intendeva Goveani rimediare il nero da versare al suo predecessore alla guida del club granata? Ricavandolo, forse, dalla vendita dei giocatori? Alle indagini la risposta: i magistrati stanno interessandosi alle cessioni di Scifo (al Monaco) e Marchegiani (alla Lazio) fatte da Goveani in estate. L'avviso di garanzia, proprio perché non significa affatto colpevolezza, non incide sull'attività professionale di Goveani. Però, non giova alla sua immagine e i colleghi non hanno gradito, nell'ambiente notarile i commenti al vetriolo si sprecano. A livello ufficiale, si¬ lenzio, il presidente del Consiglio notarile, Gianfranco Re, ha preferito non farsi trovare. L'oggi del Toro. E' difficile anche perché, a prescindere dai problemi giudiziari del suo presidente, in cassa non ci sono denari. Le angustie economiche erano state ribadite dallo stesso Notaio solo dieci giorni fa durante la conferenza stampa in cui aveva lanciato l'appello «Cerco gente seria che mi aiuti perché da solo non posso continuare» e aveva ricordato: «Abbiamo risanato il bilancio, chiudiamo con un utile di sette miliardi e mezzo, abbiamo ereditato una situazione terribile; che disastri aveva combinato la passata gestione». Cioè Borsano. Parole, quest'ultime, che suonano per lo meno buffe alla luce della scrittura privata in cui Goveani s'impegnava a versare al predecessore sempre vituperato pubblicamente anche una percentuale se fosse poi riuscito a cedere il Torino a più di 25 miliardi. Randazzo. L'amministratore delegato è, in pratica, l'uomo che manda avanti la baracca. Lo era già prima, a maggior ragione lo sarà adesso. Ieri, al Filadelfia, ha tranquillizzato la squadra che dopo l'allenamento è partita per Foggia priva di Mussi, Venturin e Jarni, infortunati, e Fusi squalificato. Randazzo s'è congedato con il doveroso atto di stima nei confronti del Notaio e l'informazione: «Forse Saralegui troverà una squadra in Sudamerica, due club (uno è il Nacional Montevideo, ndr) sono molto interessati». Notizia buona. Detto ohe la Federcalcio ha affidato il «caso Torino» all'inquirente federale Maurizio Laudi, giudice torinese, ecco la bella notizia. Ha telefonato una volontaria che lavora nei reparti d'ematologia e oncologia dall'ospedale infantile Regina Margherita per ringraziare i giocatori del Toro che giovedì sono stati per ore con i bimbi. «Ragazzi magnifici, hanno dimostrato che una squadra non è solo stadio, urla e miliardi ma anche partecipazione e amore sincero». Claudio Giacchino Alla base dei guai una scrittura privata con l'ex presidente A

Luoghi citati: Filadelfia, Foggia, Lazio, Monaco, Montevideo, Sudamerica, Torino, Uruguay