Pio XII ordinò silenzio: c'erano i microfoni

Pio XII ordinò silenzio: c'erano i microfoni il caso. Nazisti al Vaticano: gesuita scava negli archivi di Mosca Sotto la tonaca, una spia Così il Fùhrerpiazzò i suoi uomini EE spie in abito talare sono sempre un ghiotto argomento per le pagine dei giornali e dei libri gialli. E c'è un gesuita americano a Roma, padre Robert Graham, che ogni tanto si incarica di fornire materiale abbondante per soddisfare la curiosità di tutti. Graham, che passa la vita a frugare negli archivi segreti del Vaticano e di tutte le cancellerie del mondo, racconta nell'ultimo numero di Civiltà Cattolica nuove vicende degli spioni nazisti attorno al Papa nell'ultima guerra. Documenti francesi e americani e altri dagli archivi di Mosca. Il breve saggio dello storico gesuita farà parte di un libro pronto per la pubblicazione. Per la verità, il libro stenta a trovare un editore: sembra che, per il gusto dei recensori editoriali, esso sia impostato in modo troppo severo, senza lasciar spazio a fantasie romanzesche, come invece si vorrebbe per pubblicazioni del genere. Il nuovo volume vorrebbe integrare quello già pubblicato da padre Graham nel 1975 col titolo Il Vaticano e il nazismo, Edizioni Cinque Lune. Che i tedeschi tenessero d'occhio i palazzi apostolici, tramite 007 ecclesiastici, non è cosa soltanto dell'ultima guerra mondiale. Il cardinale Silvio Oddi ha narrato, una volta, alla rivista Trenta Giorni che, durante la guerra mondiale del '14-'18, c'era una spia dei tedeschi in Vaticano. Era un prelato che lavorava a stretto contatto con il Pontefice. Dopo l'incontro con le più alte personalità, il Papa, Benedetto XV, discuteva quanto si era detto con i suoi intimi o ne chiacchierava a tavola. Quel prelato ascoltava e poi passava le informazioni ai tedeschi, in cambio di denaro. Venne scoperto, alla fine, ma si fecero le cose con molta discre zione. Il prelato venne confinato in Uruguay, dove finì i suoi giorni. Lo stesso cardinale Oddi raccontò che, nel 1939, quando era nunzio apostolico a Teheran, il suo segretario, un salesiano tedesco, fu avvicinato da due spie naziste che gli chiesero di depositare la posta in arrivo e in partenza in un dato luogo e di passare a riprenderla pochissimo tempo dopo. Le carte sarebbero state ritrovate intatte, come se nessuno le avesse manomesse. Il compenso in denaro sarebbe stato alto per il segretario, il quale però preferì raccontare tutto al nunzio Oddi, che naturalmente avvertì la Segreteria di Stato vaticana. Durante la seconda guerra mondiale, lo stesso pontefice Pio XII fu costretto a fare personalmente attenzione a non cadere nelle trappole spionistiche. La figlia del generale Simone, fucilato da Kappler alle Fosse Ardeatine, ricordò di essere stata testimone di un fatto, un giorno che il padre era a colloquio con papa Pacelli, nello studio pontificio. Narrò di aver visto improvvisamente Pio XII fare al generale cenno di tacere, poi inaspettatamente chinarsi a terra e staccare la presa del telefono. Evidentemente, temeva di essere spiato, durante la conversazione, da qualche microfono nascosto. Papa Pacelli temeva anche di dover subire violenza dai nazisti. Si è parlato più volte di un piano per farlo uscire da Roma, nel caso che i tedeschi intendessero deportarlo. Si sa che Pio XII si espresse nel senso che, in nessun modo, avrebbe lasciato Roma. Tuttavia il car¬ dinale Pietro Palazzini ha rivelato che il Papa si era fatto costruire un passaggio segreto che dal Vaticano conduceva in un palazzo romano di proprietà ecclesiastica. Di microspie in Vaticano si parlò due anni fa, quando fu rivelato da informatori cecoslovacchi che, per conto del regime comunista, nell'ufficio di un alto prelato, erano stati piazzati dei microfoni, addirittura, si disse, dentro una statua della Madonna posata sulla scrivania. Secondo le stesse fonti, la polizia segreta cecoslovacca era riuscita a infilare nei palazzi apostolici due agenti segreti. Due prelati di Curia? E, per caso, sono ancora al loro posto? Nelle ultime rivelazioni di padre Graham, oltre la documentazione sulle reazioni irritate dei tedeschi all'enciclica Mit Brennender Sorge di Pio XI, che condannava il nazismo (alcuni parroci dovettero nasconderla nel tabernacolo), viene riportata anche la beffa che il Vaticano ritorse contro Berlino, quando fu scoperto un ossequioso spione cattolico, ex alunno dei gesuiti, il conte Alfred von Kagenek, che frequentava assiduamente preti tedeschi presso la Santa Sede. Da quel momento, i prelati vaticani rifilarono al conte devoto solamente le informazioni, vere o false, che volevano far conoscere al governo di Hitler. Domenico Del Rio Pronto un libro manca soltanto chi lo pubblichi Pio XII ordinò silenzio: c'erano i microfoni A sinistra: truppe tedesche davanti a San Pietro. Sopra: Pio XII

Luoghi citati: Berlino, Mosca, Roma, Teheran, Uruguay, Vaticano