La città del 2000 parte dal Poli di Luciano Borghesan

Oggi il voto del Consiglio comunale per approvare il piano regolatore | Alla Ceriana di piazza Pitagora Oggi il voto del Consiglio comunale per approvare il piano regolatore La città del 2000 parte dal Poli In estate primi cantieri Oggi in Comune si approva il nuovo piano regolatore. Nel '94 vedremo i primi cantieri previsti dal nuovo piano regolatore. Castellani è orgoglioso: «Cinque sindaci prima di me avevano cercato di dotare la città di un documento urbanistico più adeguato alle esigenze di Torino». Confida che la Regione esprima parere positivo in tempi brevi, in modo che il prg diventi traducibile nei fatti tra sei mesi. La prima Torino che vedremo cambiare? Quella intorno al Politecnico lungo la spina centrale, avrà nuove sedi e residenze universitarie, risponde il sindaco. Dice queste cose mentre in Sala Rossa il consiglio comunale sta esaminando a tutta velocità i 218 emendamenti proposti dai gruppi. Il presidente Carpanini accelera anche la lettura dei testi. Molte modifiche, presentate dai gruppi di minoranza, ieri, erano state approvate. E anche di questo il sindaco si dichiara soddisfatto: «La commissione coordinata da Gallicchio ci ha consegnato un lavoro di qualità. Le opposizioni hanno contribuito a migliorare il piano definitivo». Un prg innovativo, aggiunge Castellani, perché potrà essere aggiornato: «Ha un impianto flessibile, non vincolistico, sui piani pluriennali consente una gestione trasparente». Il voto è scontato per i gruppi di maggioranza. Il verde Viale afferma che è il piano regolatore più ambientalista d'Italia, «e lo resterà per parecchi anni». L'assessore Vernetti elenca le cifre record in metri quadrati: 13,5 milioni di parchi urbani e fluviali, 6,6 milioni di parchi collinari, 1 milione e mezzo alla Stura, 6 milioni verde e servizi lungo la spina centrale e le aree di trasformazione. Alleanza per Torino, con il capogruppo Marino, si prende il merito di aver previsto concorsi di idee per le ricostruzioni degli isolati pubblici e per la trasformazione di intere zone del centro e del lungo Po. Il pds, con Acciarini, di aver dato uno strumento per ridisegnare la città, un obiettivo che richiede la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, ma che la Quercia ha cercato di ridimensionare nelle quantità edificatorie rispetto al documento originario. La de si astiene. Riconosce alla maggioranza di aver lavorato nel segno della continuità rispetto al preliminare approvato dalla giunta passata, «anche se - osserva il capogruppo Vietti - si è preoccupata di ridurre, più che di espandere le occasioni di sviluppo». Tutti gli altri contro. I più battaglieri sono stati i gruppi di Rifondazione, Rete, Alleanza verde. Secondo Paolo Ferrerò e Angelo Tartaglia «è prevalsa la logica immobiliare: si concede di edificare, tanto, ma non è questa la strada per risollevare il destino economico di Torino». Ad esempio, criticano la scelta di ridurre le aree industriali (il 25 per cento potrà essere destinato a commercio, terziario), di realizzare molti parcheggi in centro («Così non si disincentiverà l'uso dell'auto»). La Lega Nord contesta la legittimità di meccanismi progettuali, sostiene che la Regione possa richiedere la ripubblicazione del piano. Un «no» senza restare in aula al momento del voto dal missino Martinat: «E' un piano che ingessa Torino. Minaccia ricorsi ed esposti per aree industriali destinate a servizi. Oggi il voto. Luciano Borghesan I CAMPI DA GOLF IN PROVINCIA

Persone citate: Acciarini, Angelo Tartaglia, Carpanini, Castellani, Martinat, Paolo Ferrerò, Vernetti, Vietti

Luoghi citati: Gallicchio, Italia, Torino