Cominciò con uno sfratto di F. Gal.

Cominciò con uno sfratto Cominciò con uno sfratto Venticinque anni di sangue, 3 mila morti UNA GUERRA ¥ U lo sfratto di due famiglie cattoliche, nell'agosto del 1968, ad accendere la miccia; ma la polveriera nordirlandese si preparava da oltre quarant'anni a esplodere. Quando il piccolo appartamento nel villaggio di Caldeon fu svuotato dalla polizia e assegnato a una giovane ragazza, nubile ma protestante e per giunta segretaria di un consigliere comunale unionista, la furia cattolica chiamò in piazza duemila persone. L'anno prima era nata l'Associazione per i Diritti Civili, sulla falsariga dei movimenti americani; e improvvisamente i cattolici, cittadini di seconda classe nel loro Paese, avevano trovato una voce. Da quando l'Irlanda era diventata indipendente, nel 1921, le sei contee del Nord avevano seguito un'altra strada. La maggioranza protestante aveva indotto il governo di Londra, con la minaccia di un'insurrezione armata, a escluderle dall'accordo con Dublino. E da quel momento, istituendo un proprio governo, aveva avviato una sistematica discriminazione - dagli alloggi al lavoro - nei confronti della minoranza cattolica. Londra era assente: perfino i distretti elettorali venivano suddivisi per favorire i protestanti (a Londonderry, per esempio, i 18 mila protestanti riuscivano ad avere 12 seggi, contro gli 8 dei 36 mila cattolici). La situazione non poteva durare. Quel giorno, a Caldeon, non ci furono scontri; anche se la polizia non fece nulla per disarmare i protestanti che si erano schierati per bloccare la marcia cattolica. Ma il veleno era ormai entrato nel sangue. Fu organizzata un'altra più massiccia marcia di protesta per il 5 ottobre a Londonderry: per ripicca anche i protestanti ne organizzarono una, e quella cattolica - inevitabilmente - fu proibita. I cattolici non si diedero per vinti e scesero ugualmente in strada. La polizia li caricò a colpi di manganello e ne ferì 77: i dimostranti dovettero battere in ritirata. Ma la violenza continuò, tutta la notte e anche l'indomani, nel quartiere di Bogside. Le fotografie di quegli scontri fecero il giro del mondo. Improvvisamente esisteva, anche per i meno attenti, un «problema irlandese». Le immagini della polizia che attaccava una marcia pacifica scossero anche Londra. Il movimento per i diritti civili acquistò forza e seguaci: nel gennaio 1969, per mettere alla prova le intenzioni del governo, organizzò una marcia da Belfast a Londonderry. Finì come doveva finire: un'imboscata per strada, protagonista la peggior feccia protestante, fra cui numerosi seguaci del reverendo Ian Paisley, il Savonarola dell'Ulster protestante. La polizia non intervenne. Gli eventi precipitavano. Pochi mesi più tardi il primo ministro nordirlandese - il capitano Terence O'Neill, accusato dai cattolici di ignorarli e dai protestanti di concedere troppo - dovette dimettersi. In un crescendo che nessuno pareva più in grado di frenare, fra scontri sempre più feroci, l'Ulster arrivò alla fatidica data del 12 agosto 1969, la data dell'annuale marcia dei Giovani Apprendisti - una sorta di confraternita protestante - nelle vie di Londonderry. Gruppi di giovani cattolici andarono all'attacco, i protestanti replicarono. La polizia, in mezzo. Era ormai battaglia campale. Formazioni giovanili cattoliche avevano preparato migliaia di bombe molotov, che scagliavano alla polizia. Questa replicava con cariche e bombe fumogene. Da Dublino il primo ministro Jack Lynch si presentò sugli schermi tv per sostenere i cattolici e provocatoriamente fece istituire, a pochi metri dal confine, un ospedale da campo. Il mattino del 14 agosto la polizia era a un passo dalla disfatta: il primo ministro nordirlandese chiese a Londra, al governo laborista di Harold Wilson, un appoggio militare. Alle cinque del pomeriggio, quello stesso giorno, i primi 400 uomini del reggimento Principe di Galles entravano a Bogside; l'indomani, 600 fanti leggeri sbarcavano a Belfast. L'Ulster, ormai, era in fiamme. [f. gal.]

Persone citate: Harold Wilson, Ian Paisley, Jack Lynch, Terence O'neill