Le notti brave di Bertoldo di Osvaldo Guerrieri

Vita segreta nella Venezia del '600 Vita segreta nella Venezia del '600 Le notti brave di Bertoldo ATORINO LTRO che papalino, servitore di molti padroni, cantastorie in attesa di 1 «comande». Per una non breve stagione della sua vita, Giulio Cesare Croce, autore del Bertoldo, s'inebriò di dolce vita, respirò l'aria libera e libertina di Venezia. Non se ne sapeva nulla. Fino ad oggi nessuno immaginava che questo bolognese del secondo Cinquecento, beffardo e arguto, figlio di fabbro, e nell'adolescenza fabbro egli stesso, fosse mai uscito dai confini dello Stato Pontifìcio, rifiutando perfino un'offerta di soggiorno a Firenze. La scoperta è legata ad un'operazione editoriale di grande significato: al ritrovamento della più antica edizione conosciuta del Bertoldo, datata 1606. Non è una redazione ignota, spiega il professor Vittore Branca, che ha pubblicato il testo nella «Biblioteca dell'Utopia» della Silvio Berlusconi Editore: mille copie «private», cui seguirà in marzo un'edizione per le librerie. «Novant'anni fa venne segnalata una copia presso l'Ambrosiana di Milano. Ma non fu mai studiata: andò perduta sotto i bombardamenti del '43». Il professor Branca s'illumina. All'Accademia delle Scienze, nella sala del Mappamondo, parla per la prima volta della sua scoperta. Con lui è atteso Piero Camporesi, da sempre studioso del Bertoldo, ma è bloccato a casa da un leggero malessere. A dar man forte c'è Armando Torno, responsabile dei servizi culturali del Sole 24 ore. Dunque, professore, è il momento di rivedere molte cose. «Eccome. Siamo dinanzi a un ritrovamento importantissimo, col quale ho potuto dimostrare che Bertoldo è stato concepito e steso a Venezia. La prova è in una lettera del 12 dicembre 1603 che Croce scrisse alla sua protettrice Gozzadini». E' trascinante, il professore. Racconta che questa edizione del 1606 reca la dedica a Filippo Contarmi del 18 gennaio 1605. O n l i e o a a è l a o e o a : . a o o r , i e o o a e . l o . Contarmi... Chi era costui? «Un Cameade, credevo. Invece no. Ho scoperto che era un personaggio notevolissimo di Venezia. Amicissimo di Galileo, era riuscito a portarlo all'Università di Padova. In più, era un famoso puttaniere, amico delle due più illustri cortigiane della Venezia di quegli anni: Cornelia e Alba». Che fosse un bel personaggino, lo dimostra un episodio del 1610 che il professore racconta con divertimento. Dice: «Nell'ultimo giorno di Carnevale, irruppe con sue dame in casa Priuli e provocò una rissa furiosa». Possiamo immaginare senza eccessivo sforzo come vivesse Croce a contatto con l'amico Contarini. Ma non c'erano soltanto i bagordi. Il gentiluomo veneziano era anche il presidente dell'Accademia dei Riuniti, nella quale si rappresentava Ruzante. «Il particolare è importantissimo - spiega il professor Branca - ci fa intravedere un legame che ha riflessi fondamentali sul Bertoldo, un certo linguaggio e una certa teatralità dell'opera provengono proprio dal Ruzante». Ecco perciò una libertà e una densità espressive sconosciute. Ne è esempio la frase «s'è data trastullo con il suo innamorato», che nella successiva edizione bolognese diventa «s'è data trastullo con il suo marito». Che successe, professore? «Successe che, abbandonato il lieto e vitale libertinismo veneziano, Croce castrò il proprio lavoro, cercò di non offendere i committenti papalini». Il grande parodista, il cantastorie che a Venezia diede più forza alla carnalità e al messaggio di Bertoldo, si autorichiamò all'ordine. Non era più il giovanotto che suonava sul violino le proprie composizioni, tanto da esser chiamato «Croce della lira», ma neppure lo spirito irriguardoso che seppe dare nervi e polemica al «villano brutto e mostruoso» che qualcuno già chiamava la «bète humaine». Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Armando Torno, Bertoldo Atorino Ltro, Branca, Cesare Croce, Contarini, Piero Camporesi, Priuli, Silvio Berlusconi, Vittore Branca

Luoghi citati: Firenze, Milano, Venezia