Savoia giallo con 2 finali

Ma gli esperti smentiscono l'aiutante del re Umberto II Ma gli esperti smentiscono l'aiutante del re Umberto II Savoia, giallo con 2 finali «Presto pubblici documenti scottanti» ROMA. «Il momento è arrivato. Fra poco, magari già fra qualche mese, documenti scottanti saranno resi pubblici». Parla il conte Luigi Solaro di Monasterolo, aiutante di casa di re Umberto II. Forse, dice, stanno per aprire gli archivi dei Savoia e potremo sapere qualcosa di più sui misteri della nostra storia, sui rapporti con la Santa Sede, il fascismo e Mussolini, l'ultima guerra e il referendum del '45. E' un giallo, questo, che si trascina da tempo. C'è chi sostiene che quegli archivi non esistono, e chi dice che non c'è nessun motivo nuovo per aprirli proprio adesso. Il conte Solaro, invece, non ha dubbi e ne parla con Grazia Di Donna, dell'agenzia di stampa Adnkronos: molte verità importanti stanno per venire alla luce. «Il re non ha distrutto niente in 35 anni di esilio, e molti fatti relativi alla storia italiana del Novecento credo stiano per essere resi noti». Ci sono le famose lettere che il governo francese inviò tramite il Vaticano a Vittorio Emanuele III per chiedere all'Italia di entrare in guerra con la Germania, affinché questa non fosse sola al tavolo della pace. «A me risulta che ci fossero e che fossero molte di più delle tre di cui si parla». E ci sono molti altri documenti. Le carte non sarebbero mai state rubate e neppure distrutte da re Umberto, così ripete il conte. Ma il giallo sulle carte di casa Savoia non si ferma qui. Perché, come afferma invece Isabella Ricci, la direttrice dell'archivio di Stato, «tutto ci è stato consegnato e non c'è nulla che riguardi il Novecento. Se i documenti non sono stati distrutti e non sono stati inseriti nel legato testamentario, allora che fine hanno fatto?». E aggiunge: «Mi rifiuto di credere che stiano per uscire altre carte dell'archivio di Umberto II. Se così fosse, faremo partire denunce per furto, perché vorrebbe dire che quei documenti sarebbero stati sottratti, a meno che non rechino una dichiarazione contraria del sovrano. Il testamento parla chiaro. Tutto è stato destinato alla Stato italiano». Vero, falso? Il dottor Italo Pennaroli che organizzò i funerali del re è sicuro: «Io, il testamento non l'ho mai visto. Nel senso che non era stato fatto un testamento regolare. C'erano bigliettini dentro delle buste, e le volontà erano scritte lì. Che la Sindone fosse donata al Papa, ad esempio, era scritto solo su un bigliettino». E allora? Da una parte, all'archivio di Stato sono convinti che tutto è già stato consegnato. Così, «l'amministrazione ritiene di aver ricevuto tutto quello che è stato visto a Cascais nel 1983 dalla Commissione dei saggi. E mai nessuno ha informato il legatario di una tempo¬ ranea sottrazione». Dall'altra, invece, sostengono che le cose sono andate in ben altra maniera: «In tanti anni di esilio il re ha accuratamente selezionato i documenti in suo possesso, decidendo quali dovessero essere consegnati subito allo Stato italiano e quali, coperti da riserbo, affidati per ragion di Stato in mani sicure, per essere resi noti soltanto in periodi differiti tra loro». Ma se le cose stanno così, si chiede Pennaroli, perché rendere note proprio oggi, ad esempio, le lettere di Daladier, primo ministro francese quando l'Italia entrò in guerra? «Fosse successo a marzo avrebbe avuto senso. Il re forse avrebbe voluto farle conoscere dieci anni dopo la sua morte. Ma annunciare adesso che fra qualche mese verranno rese pubbliche che senso ha? Avrebbe mai potuto esistere davvero una volontà del genere?». Eppure, lascia capire il conte Solaro, i tempi e la scadenza di qualche documento quelli sul referendum del '45 e lettere di Daladier a Vittorio Emanuele III sarebbero arrivati. I plichi sarebbero sei e sarebbero stati chiusi con il sigillo di casa Savoia e su di essi il re Umberto avrebbe scritto mittente, destinatario e data di pubblicazione. E aggiungono di più: i legati sarebbero in mano a uomini vicini al re, «in posti comunque diversi, alcuni in Italia, altri in cassette di sicurezza e altri ancora in possesso di ordini religiosi in Europa». Due abbazie, una sulle Alpi, una sull'Oceano Atlantico. Vero, falso? [p. s.l Le casse con i documenti di casa Savoia consegnate all'Archivio di Stato

Luoghi citati: Europa, Germania, Italia, Monasterolo, Roma, Savoia