«Terroristi venite in Libia»
Tra gli «ospiti» Abu Nidal e Abbas. Rapito un oppositore Tra gli «ospiti» Abu Nidal e Abbas. Rapito un oppositore «Terroristi, venite in tibia» Gheddafi replica alle sanzioni Onu TRIPOLI. Gheddafi provoca l'Occidente: il colonnello libico è deciso a non piegarsi alle sanzioni internazionali per l'affare Lockerbie e ha rilanciato la sfida. «L'Onu - ha detto - ò ormai un'organizzazione priva di credibilità e al servizio solo degli interessi occidentali». E, a rincarare la dose, ha invitato i maggiori terroristi internazionali a Tripoli. La Libia è sotto embargo diplomatico, acreo e per la vendita delle armi fin dall'aprile 1992: i suoi servizi segreti sono sospettati dell'attentato all'aereo della Pan Am sui cieli di Lockerbie (Scozia) nel 1988 in cui morirono 270 persone. Alcune indagini indicano come colpevoli due libici, ma Tripoli si rifiuta di concedere l'estradizione per il processo a meno che non si svolga in un Paese neutrale. Dal 1° dicembre l'Onu ha inasprito le sanzioni. E puntuale ò arrivata la rea¬ zione di Gheddafi: nel momento in cui in Medio Oriente sono in coreo complesse trattative di pace, il leader ha invitato in Libia Abu Nidal, considerato dall'Occidente come il terrorista arabo più pericoloso del mondo, Ahmcd Jibril, leader del fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Mohamed Abbas, ritenuto responsabile del sequestro dell'Achille Lauro nel 1985 e Jilid al Omla, membro dissidente della fazione al-Fatah del- l'Olp. Si è anche rivolto ai leader dell'Ira: «L'Irlanda del Nord ha diritto di decidere del suo futuro come tutti gli altri popoli». Il colonnello libico, in una sua apparizione in pubblico ad Azizia, ha inoltre minacciato di essere pronto a sfidare l'Occidente: «I tre milioni di libici - ha detto - combatteranno contro America, Gran Bretagna e Francia con cannoni, mitragliatrici e missili. Non ci arrenderemo». Ma le sue provocazioni non finiscono qui: l'ex ministro degli esteri Mansour Kikhia, divenuto uno strenuo oppositore di Gheddafi e in esilio dagli Anni Ottanta, è scomparso venerdì scorso al Cairo, dove era stato invitato per una conferenza panaraba sul rispetto dei diritti civili. L'allarme è stato dato ieri a Londra dal «Fronte nazionale per la salvezza della Libia», un'organizzazione che mira al rovesciamento di Gheddafi: «Crediamo che sia stato rapito da agenti del governo libico». Dello stesso parere sono i famigliari del dissidente, preoccupati anche delle sue condizioni di salute: «Kikhia soffre di diabete, ha bisogno di due iniezioni di insulina al giorno». Dagli Stati Uniti Yussuf Al-Megariaf, leader del Fronte nazionale di salvezza per la Libia, ha fatto sapere che «il rapimento di Kikhia dimostra come i servizi di intelligence di Gheddafi non abbiano abbandonato la politica del terrorismo e della violenza». Mansour Kikhia, che è l'attuale segretario generale di un altro gruppo di opposizione, la «Lega nazionale libica», temeva l'aggravamento della situazione dei diritti umani in Libia. Intervistato daH'AdnKronos il 2 dicembre, Kikhia aveva manifestato il suo dissenso per le misure Onu: «Credo che puniscano solo il popolo, ma non dimentichiamo che la macchina repressiva di Gheddafi è già in moto». Il Governo di Tripoli ieri ha definito «traditori» i dissidenti libici e ha auspicato l'assassinio di un altro ex ministro degli Esteri, Abdel-Monem El Houni. [Ansa-Agi-Ap-AdnKronos]
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