Specchio dei tempi

Specchio dei tempi Specchio dei tempi «Perché sottrarre la terra ai vivi per darla ai morti?» - «Il biglietto per Caselle costa di più, ma ci sono autobus quasi ogni mezz'ora» - «Traffico bloccato per far entrare i ragazzi a scuola» - «Manca l'anno!» La Società per la cremazione ci scrive: «Mi riferisco alle affermazioni del lettore che ha espresso opinioni critiche sulla cremazione. «La scelta della cremazione è una "scelta di libertà e di progresso" perché non è una semplice quastione di destinazione delle proprie spoglie, è molto di più: è una libera scelta, non affidata alla decisione dei parenti, come avviene per l'inumazione e la tumulazione, spesso condizionati dalla disponibilità economica. Non ha connotazioni ideologiche ed è una civile pratica senza preclusioni di carattere religioso. E' una affermazione di adesione a valori universali quali la supremazia dello spirito sulla materia destinata a dissolversi, il rispetto per la vita che continua, l'eguaglianza di ogni uomo di fronte alla morte (la cremazione è infatti gratuita per tutti) e il rispetto della dignità umana e del dolore. «Nella cremazione il corpo, dopo essere stato purificato dal fuoco, viene riconsegnato - in forma non più corruttibile - alla pietas dei parenti. «Infine la scarsità di aree comunali, che impedisce di ampliare i cimiteri, è un serio problema in tutto il mondo che non si può disconoscere, particolarmente in Italia. Le aree libere esistenti in periferia, dei piccoli e dei grandi centri, sono destinate a diventare giardini, parchi, centri abitati, impianti sportivi ecc. per le generazioni future. «Perché sottrarre la terra ai vivi e darla ai morti? La cremazione è una risposta civile ai problemi sociali, di spazio e di igiene, è l'ultimo dono alla vita di chi ama la vita. «Non per nulla la cremazione è diventata anche in Italia un fenomeno sociale di rilevanti dimensioni: a Torino è già scelta in oltre il 15 per cento dei funerali, in Europa nel 31 e nel mondo nel 60 per cento». Luciano Scagliarini L'Assessorato regionale ai Trasporti ci scrive: «Il lettore Alberto Cambursi rileva che il costo del biglietto dell'autolinea Torino-Caselle Aeroporto (6000 lire) è eccessivo, se confrontato al costo del biglietto per la tratta Torino-Caselle, paese della stessa linea, che è di 2500 lire. «In proposito si segnala che l'autolinea Torino-Aeroporto di Caselle costituisce un collegamento ad alta frequenza (con corse cadenzate in media ogni 30' nei due sensi) fra la città di Torino e lo scalo aeroportuale, in coincidenza con gli arrivi e le partenze degli aerei. «La linea pertanto ha caratteristiche di esercizio particolari, tali da giustificare un prezzo più elevato del biglietto di andata e di ritorno, rispetto al tariffario regionale. «Si segnala infine che l'esple¬ tamento del servizio è concesso in via provvisoria in attesa che da parte della Soc. Satti venga ristrutturato il collegamento della ferrovia Torino-Ceres tra l'aeroporto e la città di Torino». Aldo Manto Un lettore ci scrive: «Rubo poco spazio per un problema, a mio avviso, assurdo. Con l'inizio della scuola non si può più passare per Trofarello per andare nella Zona Industriale! «Motivo: la strada viene bloccata dai vigili dalle 7,308,30/12,30-13,30 per entrata e uscita da scuola dei ragazzi. Morale: il traffico, già convulso normalmente, sulla strada per Moncalieri diventa disastroso. Inoltre chi lavora nella zona industriale deve fare dei giri pazzeschi con perdite di tempo e pazienza. «A me sembra chiaramente illegale tutto ciò, innesca processi inquinanti (a passo d'uomo si inquina tantissimo!) e poi, parliamoci chiaro, chi ci guadagna? Nessuno. I pericoli evitati su un fronte diventano uguali sul fronte opposto. Chiudo con una considerazione: a Torino penso vi siano centinaia di scuole: che facciamo, blocchiamo anche lì tutta la città? I ragazzi non sono paralitici, possono andare a scuola a piedi!». Segue la firma Una lettrice ci scrive: «Se vale ancora il proverbio "mal comune ecc.." vorrei consolare il lettore del "ricalcolo che non finisce mai" (lettera su Specchio dei tempi del 28 novembre). «Mio marito, dipendente comunale in pensione dal 9/1/1989 a tutt'oggi non percepisce la pensione che gli spetta perché manca ancora il ricongiungimento dei versamenti di 9 anni all'Inps con i 27 anni all'ente di presidenza del Comune. «Ad un'ennesima richiesta di notizie gli è stato risposto che il 70% del dovuto dovrebbe riceverlo entro la fine dell'anno. «Non gli è stato però precisato di quale anno!». Valeria Sala

Persone citate: Alberto Cambursi, Aldo Manto, Luciano Scagliarini