Savona sorride per l'Ilva, Ciampi sollecita l'Iri per la Comit di Valeria Sacchi

Savona sorride per l'Uva, Ciampi sollecita Viri per la Comit I NOMI E GLI AFFARI Savona sorride per l'Uva, Ciampi sollecita Viri per la Comit Paolo Savona torna a sorridere. L'accordo siglato a Bruxelles con Karel van Miert sul terzo forno di Taranto gli consente di terminare il mandato ministeriale in bellezza. Certo, la sopravvivenza del terzo forno non è stata guadagnata senza pedaggi, il primo dei quali l'impegno a vendere Taranto ai privati nel più breve tempo possibile. E ora comincia un'altra partita difficile, la trattativa con Luigi Lucchini e i francesi dell'Usinor Sacilor, due ossi non meno duri del commissario Cee alla concorrenza. Senza contare che, sull'Uva, ha posto gli occhi Carlo Lavezzari. E sempre in zona acciaio, una grana si profila per Dalmine, dove la tedesca Mannesmann sta Savona attraversando sorride la strada di Gianfelice Prodi Rocca. è soddisfatto Tornando a Bruxelles, la battaglia del Belgio consente al ministro dell'Industria di far dimenticare l'inciampo sulle dimissioni date, e ritirate, per via del braccio di ferro su «nocciolo duro» e «public company», ingaggiato con Romano Prodi. Visto col senno di poi, questo scontro ha sortito un effetto sorprendente: ha indotto centinaia di migliaia di piccoli e medi risparmiatori a precipitarsi agli sportelli, per acquistare i titoli della banca presieduta da Natalino Irti. In una gara che ha avuto momenti epici da corsa all'oro. Al posto dei carri, code di postulanti. Cosicché, con quell'imprevedibilità che è ormai caratteristica dell'Era Tangentopoli, in quattro e quattr'otto la «public company» è diventata roba da famiglie come i Bot e i Cct. Al punto che, immediatamente, il ministro dei Trasporti Raffaele Costa è balzato sul progetto di privatizzare i porti. Cominciando da quello, aristocratico, di Trieste. E poco importa se, col tempo, nell'istituto guidato da Piercarlo Marengo e Giuseppe Egidio Bruno emergerà un «nocciolo duro», nel quale saranno quasi certamente presenti Alberto Falde e Giovanni Bazoli, presidente di Ambroveneto. Da una settimana la «public company» è, nel Beipaese, bene di largo consumo. Il copione si ripeterà per la Banca Commerciale Italiana. Carlo Azeglio Ciampi in persona ha telefonato al presidente dell'Iri per incoraggiarlo a dare, al Irti, fautore collocamento delIVopv» Ciampi preme su Prodi della seconda Bin, il massimo della diffusione fra il pubblico. Candidato alla prossima presidenza del Consiglio perfino da Achille Occhetto, l'ex governatore della Banca d'Italia vuole chiudere in bellezza l'esperienza di governo, con un segnale tangibile al mondo internazionale degli affari. Anche il sottosegretario Antonio Maccanico (che avrebbe forse preferito per le Bin la soluzione «nocciolo») passerà probabilmente alla storia. Se riuscirà, come sembra, a strappare dalle sabbie mobili del fallimento Mamma Rai. Con un piano di intervento che ha il sostegno del ministro del Tesoro Piero Barucci. Senza il quale, i libri contabili dell'ente presieduto da Claudio Demattè finirebbero, diritto filato, in tribuna¬ le. Per l'operazione Comit è all'opera la J.P.Morgan, incaricata di fissare i valori di emissione. Per farlo, la banca d'affari procederà al «book building». Una sorta di «body building» del prezzo, attuato attraverso la raccolta di pareri (ovvero di offerte), espressi da una rosa di investitori istituzionali. L'epidemia da privatizzazione ha fulminato il presidente dell'Imi Luigi Arcuti, pure lui deciso a concludere in fretta, prima che il governo Ciampi se ne ritorni a casa. Resiste vicevei-sa, immune dal contagio, il presidente dell'Ina Lorenzo Pallesi, che preferisce attendere il postCiampi. Qualcuno sostiene, in accordo con il pds. A Milano so- Occhetto no cominciati i vuole Ciampi festeggiamenti natalizi. Al «Christmas party» di Carlo e Antonella Camerana, la gara di quiz di cultura varia è stata vinta dalla squadra capitanata da Emanuele Pirella, Mario Spagnol e Lamberto Sechi. Ma il premio per la poesia (che doveva contenere quattro parole: mamma, celodurismo, privatizzazioni e champagne) è stata vinta dal gruppo di Giorgio Fattori e Cristina Mondadori. Ha invece perso un punto chi si è affidato alla memoria del rettore della Bocconi, Mario Monti, e del presidente della Comit, Sergio Sighenti, sugli abbinamenti an¬ no-quotazioni medie di dollaro e marco tedesco. Una questione sulla quale ha funzionato meglio la memoria di Giordano Zucchi, industriale tessile proprietario della Bassetti. Un signore che, sui cambi, battaglia da mattina a sera. All'Iri, le gioie delle privatizzazioni vengono controbilanciate da grattacapi di altra natura. L'ultimo è l'avviso di garanzia per Biagio Agnes, presidente della Stet. E' vero che i poteri di Agnes erano già stati ridimensionati con l'arrivo, in Stet, del nuovo amministratore delegato Michele Tedeschi. Ma per un gruppo che si prepara ad andare sui mercati, un presidente inquisito è un bell'imbarazzo. Ultima notizia: S.O.S. dalla Russia. Un luogo dove, negli ultimi tempi, sono stati assassinati non meno di 30 banchieri. Nonostante Antonio Di Pietro, l'Italia resta isola felice. Valeria Sacchi Di Pietro superstar Savona sorride Prodi è soddisfatto Irti, fautore delIVopv» Ciampi preme su Prodi Occhetto vuole Ciampi Tedeschi potentissimo Di Pietro superstar